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I nuovi sondaggi americani e la ricandidatura di Biden

Inizia il conto alla rovescia per le prossime elezioni americane, e la partenza viene data dalle ultime dichiarazioni di Joe Biden che ha annunciato in queste ore la sua ricandidatura a Presidente degli Stati Uniti. Una notizia che non tutti si aspettavano: Biden è stato fino ad ora un Presidente dal basso profilo, che ha mantenuto uno status quo evitando però di creare, soprattutto a livello di politica estera, le rotture che il suo predecessore aveva creato. Un mandato non facile, dove è stata gestita tra le cose anche una pandemia: certamente la presenza al suo fianco di Kamala Harris ha aiutato a tenere la base unita, nonostante le differenze tra i due. Ma in tema cannabis?

Ecco, su questo c’è stato il grande annuncio nell’Ottobre del 2022 sulla grazia ai condannati per possesso di cannabis, insieme ad un grande annuncio sulla revisione della classificazione delle ‘droghe leggere’: questi annunci sono avvenuti prima delle elezioni mid term che si sono tenute a novembre, ma a cui non è stato dato un reale seguito neanche a livello di dibattito parlamentare. Certamente questo annuncio può aver aiutato a far passare i referendum sulla legalizzazione che ci sono stati durante le mid term, ma sappiamo quanto sia importante implementare una legge federale. Un altro punto critico della grazia annunciata da Biden, è che nasconde un’amara verità: le persone condannate per possesso di cannabis a livello federale sono un numero estremamente esiguo, perchè la maggior parte delle condanne riguardano il traffico di sostanze; la grazie per il possesso di cannabis quindi riguarderebbe maggiormente i governatori di ogni Stato.

Il Presidente Biden quindi ha attuato un’azione minima su questo tema, mentre certamente associazioni e cittadini si sono impegnate maggiormente per far passare i referendum di legalizzazione in alcuni Stati, incrementando il numero di Stati Americani che hanno legalizzato la cannabis. Ma sarà ancora sostenibile un atteggiamento così frammentato?

In questi giorni sono usciti tre sondaggi commissionati da tre differenti agenzie (CBS News, Civic Science e YouGov), tutti e tre i risultati hanno visto un comparto di favorevoli rispetto alla volontà di legalizzare la cannabis da parte della cittadinanza americana. Il sondaggio CBS mostra che il 64% è favorevole alla legalizzazione, con i democratici a favore per il 73% ed i repubblicani favorevoli per il 53%. Il sondaggio di YouGov abbassa invece leggermente le stime: il 58% degli intervistati afferma che la cannabis dovrebbe essere legale nello stato in cui vivono, tra cui il 65% dei democratici ed il 46% dei repubblicani. I democratici in generale però sono maggiormente favorevoli ad una legislazione a livello federale per il 67%.

Particolarmente interesse le ulteriori domande poste da CBS News, dove il 53% degli americani dice che l’uso della cannabis è socialmente accettabile, mentre il 47% non è d’accordo con questa affermazione. Il 67% degli americani invece dice che avrebbe pensieri diversi su un amico o parente, se sapesse che fa uso di cannabis, mentre solo il 26% dice che penserebbe cose ‘peggiori’ di loro. Mentre, per quanto riguarda la presenza di negozi sul proprio territorio, il 37% ha affermato di essere contrario ad avere attività commerciali di cannabis nel proprio quartiere, il 31% avrebbe addirittura favorito questa presenza, mentre per il 32% sarebbe stato indifferente.

I sondaggi di Civic Science ci dicono qualcosa invece sui modi di utilizzo: il 36% dice di aver utilizzato metodi tradizionali per fumare, il 27% usa alimenti commestibili, il 25% utilizza vaporizzatori mentre il 12% ha utilizzato modi differenti come balsami o tinture.

YouGov invece si è concentrata sulla questione delle condanne, di cui parlavamo all’inizio del nostro articolo: il 55% degli americani sostiene la cancellazione dei registri di persone con precedenti condanne non violente legate alla cannabis. Questo include il 68% dei democratici ed il 45% dei repubblicani.

Il sondaggio ha coinvolto 1.000 persone dal 13 al 20 aprile, il margine di errore varia dai 3 ai 4 punti, ma quello che possiamo vedere è il cambiamento della prospettiva americana anche rispetto alla legge federale che dovrà essere necessariamente rivista per non rendere l’America uno Stato a macchia di leopardo, con regolamentazioni troppo differenti che possono impattare anche sull’economia interna. Uno dei problemi maggiori infatti in questo anni è relativo alla regolamentazione bancaria e tutto quello che ne concerne, ed è evidentemente come questo tema debba essere trattato a livello federale.

 

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