di Elisabetta Biavati, Presidente Associazione Pazienti Cannabis Medica
Lettera aperta per il Ministro della Salute Orazio Schillaci
Bologna 28 agosto 2023
Le scrivo in merito a quanto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 21 agosto e che inserisce nella Tabella dei medicinali, sezione B, delle composizioni per somministrazione ad uso orale di CANNABIDIOLO ottenuto da estratti di Cannabis.
In parole povere rende l’olio di CBD un farmaco STUPEFACENTE, con tutti i problemi annessi e connessi che ciò porta. Ora non entro nel merito di tutte le polemiche che sentiamo ogni giorno sulla stampa e nei telegiornali e che, giustamente, riguardano un settore produttivo che sarà messo in ginocchio, ma il mio interesse e quello della nostra Associazione Pazienti Cannabis Medica verte esclusivamente sulla SALUTE DEI PAZIENTI.
Le assicuro che non è solo una questione di business ma CI SIAMO ANCHE NOI e il nostro dolore qui nessuno lo sta ascoltando! Ora, penso a tutti quelli, me compresa che dal 22 settembre non potranno più trovare l’olio di CBD in libera vendita, non tutti hanno i soldi, tutti i mesi per sobbarcarsi i costi sia dell’acquisto di un olio di cbd in farmacia, in erboristeria o in un canapa shop e poi anche di una ricetta medica.
Pensi che molti di noi lo usano proprio per attenuare gli effetti psicotropi del the contenuto nella cannabis medica! E pensare che appena oltre frontiera, in Francia, Svizzera o Slovenia viene considerato alla stregua di un banale integratore, certo con determinate caratteristiche a livello di legge, con tutele per il consumatore finale, come peraltro si poteva fare anche in Italia.
Un paziente che acquisti oltre frontiera rischia a questo punto l’arresto per sostanza stupefacente.
In Francia ad esempio un olio oltre il 20% è considerato farmaco e acquistabile solo in farmacia e comunque non deve contenere mai più del 0,3% di thc. Tutti i maggiori scienziati e anche l’OMS è concorde a non inserire il CBD tra le sostanze stupefacenti in quanto non ha nessun effetto psicotropo, molti paesi tra cui Israele, Canada e Germania lo utilizzano a livello pediatrico, soprattutto per epilessia farmaco resistente.
E cosi mentre l’Eutopa con l’Ema approva l’Epidolex, CBD al 10% per trattare l’epilessia anche nei bambini e l’EPSA sta valutando l’inserimento dei prodotti a base di CBD come novel food, noi facciamo una repentina marcia indietro che ci coglie sgomenti per la base non scientifica di questa scelta e il danno che arreca a noi pazienti.
Già una volta questo decreto era stato bloccato per l’infondatezza delle sue conclusioni, ci aspettiamo che venga nuovamente riposto in un cassetto e venga discusso in modo serio e con scienziati seri, che in Italia abbiamo, di una legge che tuteli noi che lo utilizziamo e chi lo produce, sulla stregua della legge Francese ad esempio, ma non con divieti che porterebbero solo verso acquisti al mercato estero o peggio ancora al mercato nero senza le minime sicurezze sanitarie che ci spettano e che ci aspettiamo.
saluti.
Sperando in una Vostra accurata riflessione che porti ad un ripensamento, Vi porgo cordiali
Sempre pronti ad un dialogo costruttivo.