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Perché si parla di Fentanyl anche in Italia

Se avete sentito parlare di Fentanyl dal nostro Governo, non avete avuto un’allucinazione. Effettivamente nei giorni scorsi è stato presentato un Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici. Un piano che, per una volta, non affronta un’emergenza ma tenta di prevenirla. Infatti, nel nostro Paese, non c’è nessuna emergenza da oppiodi ma, visto quello che sta succedendo ormai da decenni oltreoceano, il governo ritiene di dover intervenire. Da qui la necessità di avviare campagne di comunicazione per evidenziare i danni e ipotizzare interventi per limitarne gli utilizzi.

Una novità per il nostro Governo da sempre più interessato a stigmatizzare, punire e colpire chi fa uso di droghe.

Ma cosa è il Fentanyl e perché è pericoloso?

E’ un farmaco analgesico, cioè un medicinale che riduce il dolore e viene usato nelle anestesie o per curare il dolore cronico. Fa parte della famiglia degli oppioidi, diversa da quella degli oppiacei, più naturale e che viene estratta da papavero officinale. La sua somministrazione è facile: per endovena, con pasticche e anche attraverso comodi cerotti. Proprio questa comodità ha favorito una diffusione enorme negli stati Uniti che stanno vivendo una vera e propria emergenza.

Dal 1999 al 2018 800 mila persone sono morte per overdose da oppiodi. Un numero record che ha superato i morti per Hiv, per incidenti stradali e per armi da fuoco. E’ un numero che non si ferma e che cresce sistematicamente e inesorabilmente: nel 2021  è aumentato fino a 100mila persone morte. Per non parlare di tutte quelle che sono ancora sotto dipendenza, di tutti i parenti delle persone dipendenti che lottano, di tutti i malati che ne fanno uso.

Ma come si è arrivato a questo punto?

Negli anni ’90 nelle tv americane era facile incappare in pubblicità ingannevoli dell’OxyContin, un farmaco derivato dalla tebaina, a lento rilascio di ossicodone, che aveva un effetto analgesico al pari della morfina o dell’eroina. Le pubblicità minimizzavano gli effetti collaterali e non si parlava di dipendenza. In realtà è stato il farmaco che più di tutti ha causato morte: circa mezzo milione di statunitensi dalla fine degli anni ’90 al 2019. In se per sé non è un farmaco pericoloso ma il suo abuso lo è, soprattutto se si supera la dose di 320g al giorno o se associato ad altri farmaci, droghe o alcool. Chi ne abusa e interrompe bruscamente l’assunzione ha un altissimo rischio di manifestare sintomi di astinenza, per questo è necessario sospendere il farmaco gradualmente. Se volete saperne di più su questo farmaco e su cosa ha provocato in America, vi consigliamo la serie tv Painkiller.

Sono passati gli anni ma l’emergenza in America non si è fermata

Oggi il protagonista delle dipendenze è il Fentanyl, un potente oppioide sintetico con impiego analgesico e anestetico. Come analgesico ha effetti simili a quelli della morfina, ma è da 50 a 100 volte più potente di quest’ultima e 30-50 volte più potente dell’eroina. La Drug Enforcement Administration (Dea) ha certificato il sequestro nel 2022 di oltre 6 tonnellate in polvere e 59,6 milioni di compresse contraffatte e contenenti Fentanyl (le quantità sequestrate equivalgono a oltre 398 milioni di dosi letali). Numeri che fanno capire la portata della tragedia. Ormai la situazione è talmente complessa e radicata che si sta lavorando, ancora troppo poco, sulla riduzione del danno con cliniche per disintossicazione, stanze per la somministrazione controllata etc.

E in Italia?

In Italia, come si è detto, una vera e propria emergenza non c’è. Ma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha detto: “La nostra intelligence ha segnalato un interessamento della ‘ndrangheta” nei confronti del Fentanyl “anche se stanno testando il mercato per verificare la convenienza del suo inserimento sul mercato”. Spiega ancora Mantovano che, ad oggi, va segnalata una sola operazione in Italia, quella della guardia di finanza di Piacenza, denominata ‘Painkiller’, che ha portato al sequestro di 100mila dosi di Fentanyl, con 7 arresti in Italia, 11 in America. Parallelamente sono in corso altre indagini, “che riguardano contatti con dei fornitori in Cina, ma stiamo parlando anche dal punto di vista delle indagini di un fenomeno circoscritto”.

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