Torniamo indietro di 34 anni. Il nuovo codice della strada votato ieri alla Camera dei Deputati è un “ritorno al passato”, volto solo a danneggiare le persone, senza valutare in modo specifico le situazioni e attuando un livello di repressione che niente ha a che fare con la sedicente “sicurezza” di cui il Ministro Salvini si riempie la bocca da anni.
“Basta la semplice “assunzione” di “droghe” per avere la patente sospesa per tre anni, in quanto con questa legge non deve essere più dimostrata l’alterazione psico-fisica nel momento in cui si viene fermati. Bisogna tornare indietro alla legge “Iervolino Vassalli” del 1990, che puniva il semplice “consumo” di sostanze stupefacenti – poi modificata dal referendum radicale del 1993 – per avere un livello di repressione di questa portata, che aumenterà nuovamente il lavoro dei tribunali e che ha tutti gli elementi di incostituzionalità” così Federica Valcauda e Giulio Manfredi, antiproibizionisti di Europa Radicale.
Un provvedimento assurdo, in quanto in Italia, le principali cause di incidenti stradali sono: velocità, disattenzione e guida in stato di ebbrezza.
“Sono già molti i paesi europei che fanno, a livello di controlli, una dovuta differenza tra la guida sotto effetto di sostanze e l’uso di sostanze in altri momenti della vita. Inoltre, sempre più Paesi in Europa stanno legalizzando la cannabis: tra pochi giorni toccherà alla Germania. Da decenni in Italia il codice della strada è usato proprio per colpire questi consumatori: l’esame delle urine infatti appura solo il consumo passato, non l’alterazione attuale. Con il voto di ieri della Camera si è legalizzata questa persecuzione dei consumatori. Perché colpire un consumatore in quanto tale, anche quando è evidente che non crea pericolo ad altri? Perché chi consuma alcol è soggetto a norme più blande?
Questo livello di propaganda è un insulto verso i cittadini, tutti, che si aspettano di ricevere un trattamento proporzionale al loro comportamento nella società. Diventa importante quindi firmare la proposta di legge di iniziativa popolare IoColtivo per la legalizzazione della cannabis, online o ai tavoli di raccolta firme” concludono Valcauda e Manfredi.