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La nuova vita di Brittney Griner, dalla prigionia in Russia alla libertà

Brittney Griner, celebre cestista delle Phoenix Mercury nella Women’s National Basketball Association (WNBA), è diventata, suo malgrado, nota non solo per le sue prestazioni sportive ma anche per la sua detenzione in Russia. Arrestata all’aeroporto di Mosca nel febbraio 2022 per possesso di olio di hashish, Griner è stata successivamente condannata a nove anni di carcere in un contesto che molti hanno interpretato come politicamente motivato, aggravato dalle tensioni tra Russia e paesi occidentali a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

Durante i suoi dieci mesi di detenzione, Griner ha vissuto in condizioni estreme. La sua statura di 2,06 metri rendeva inadeguate le strutture carcerarie, compreso un letto troppo piccolo e condizioni igieniche deprecabili. La sua dieta consisteva in pasti inadeguati e le mancavano necessità basilari come asciugamani e sapone, al punto che dovette improvvisare con stracci per l’igiene personale. Ha affrontato anche abusi verbali e discriminazioni legate al suo orientamento sessuale, nonché umiliazioni fisiche da parte del personale carcerario.

Nonostante queste prove durissime, Griner ha cercato di mantenere la propria dignità e spirito, tagliando i suoi dreadlocks per evitare malattie in un ambiente freddo e umido e cercando di mantenere un regime di pulizia rigoroso nella sua cella. Ha anche trovato conforto in piccole attività come spazzare la neve, che le ricordavano i suoi allenamenti.

Dopo intensi negoziati diplomatici, Griner è stata rilasciata a dicembre 2022 attraverso uno scambio di prigionieri, ottenendo la libertà in cambio del noto trafficante d’armi Viktor Bout. Tuttavia, il ritorno alla normalità è stato tutto tranne che semplice. Griner ha lottato con il disturbo da stress post-traumatico e depressione, affrontando difficoltà sia fisiche che psicologiche nel riprendere la sua carriera sportiva.

Il prossimo 7 maggio, Griner pubblicherà un libro di memorie intitolato “Coming Home”, dove condividerà la sua traumatica esperienza e il difficile percorso di guarigione. Questo libro non solo offre uno sguardo intimo alle sue prove, ma serve anche come un simbolo di speranza e resilienza, sottolineando la sua determinazione a superare le avversità e a sensibilizzare su questioni come il trattamento dei prigionieri e le difficoltà affrontate dagli atleti professionisti al di fuori del loro paese natio.

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