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Cosa succede in Thailandia sulla legalizzazione?

Negli ultimi anni, la Thailandia ha mostrato un’evoluzione significativa nelle sue politiche pubbliche sulla cannabis diventando probabilmente una delle nazioni più incostanti in questo campo. Per decenni, il paese ha mantenuto alcune delle leggi sulla cannabis più severe al mondo, rendendo il cambiamento del giugno 2022 una vera e propria svolta epocale con la decriminalizzazione della cannabis.

Dal momento della decriminalizzazione, il commercio di cannabis è esploso in diverse parti della Thailandia, trasformando il paese in una delle principali destinazioni turistiche internazionali per gli amanti della cannabis. Questo boom ha portato il primo ministro Srettha Thavisin a considerare una riclassificazione della pianta come narcotico, nonostante le politiche in essere stiano funzionando come previsto.

Il cambiamento del 2022 è stato progettato per far emergere l’industria della cannabis thailandese come leader regionale e internazionale. Inizialmente, ogni famiglia poteva registrarsi per coltivare legalmente piante di cannabis a basso contenuto di THC, con circa 1,1 milioni di cittadini che hanno aderito al programma. Inoltre, il governo ha distribuito oltre un milione di semi di cannabis alle famiglie partecipanti, senza limitazioni sul numero di piante coltivabili.

Dopo il cambiamento del 2022, diverse agenzie governative hanno collaborato per sostenere l’industria emergente. I ricercatori stimano che il cambiamento abbia portato all’apertura di circa 12.000 dispensari in tutto il paese, che operano con licenze triennali e impiegano circa 60.000 persone.

Recentemente, la Thailandia sembrava pronta a riclassificare la cannabis come narcotico. Tuttavia, il primo ministro Srettha Thavisin ha recentemente deciso di abbandonare questa politica di proibizione. Secondo The Nation, Srettha ha incaricato Somsak di promuovere una legge che regolamentasse l’uso della marijuana invece di reintegrarla nell’elenco degli stupefacenti di categoria 5. Questa legge dovrebbe garantire l’uso della marijuana per scopi medici, di ricerca e per determinati prodotti.

La Thailandia rischiava di diventare la prima nazione moderna a decriminalizzare la cannabis per poi ricriminalizzarla, con gli oppositori della cannabis in tutto il mondo pronti a usarla come esempio di “riforma fallita”. Tuttavia, la decisione di regolamentare adeguatamente l’industria emergente ha cambiato le carte in tavola.

Attualmente, la cannabis è legale per l’uso da parte dei maggiorenni in Uruguay, Canada, Malta, Lussemburgo, Germania e Sudafrica. Nei Paesi Bassi e in Svizzera sono in corso programmi pilota per il commercio di cannabis per uso ricreativo, mentre negli Stati Uniti la cannabis è legale per uso ricreativo in 24 stati e a Washington D.C. La politica thailandese sulla cannabis si distingue da queste giurisdizioni perché permette solo varietà a basso contenuto di THC.

Questa evoluzione delle politiche thailandesi riflette un cambiamento più ampio e globale verso la modernizzazione e la regolamentazione della cannabis, un segno che la riforma può avere successo se gestita correttamente.

(fonte: Hazel Norman su ICBC del 29/07/2024)

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