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Canapa e biodiversità nel giardino incantato di ‘Cercatori di semi’

Cercatori di semi - BeLeaf Magazine
Cercatori di semi

Un’altra faccia dell’economia, quella che non si orienta con numeri e fatturati ma con il declinare del sole e il trascorrere delle stagioni. L’amore per la terra e i suoi frutti trasforma la passione in lavoro, una nuova imprenditoria che si rifà ai ritmi del passato. Siamo andati ad Ardea, una cittadina ad un passo dalla Capitale dove si respira già l’aria di mare. Qui abbiamo incontrato Pietro Segatta, titolare dell’associazione culturale Cercatori di semi che ci ha ospitato nella sua oasi: un grazioso casolare all’ombra di una vecchia quercia circondato dalla natura.

Cercatori di semi - BeLeaf MagazineE’ stato questo il primo approccio con il suo giardino incantato tra lande coltivate dove cantano indisturbate le cicale. Un eden rigoglioso che si estende a perdita d’occhio nonostante il sole impenitente dell’estate e le terre sabbiose, quelle che solitamente anticipano il blu ma in questo caso rivelano tutte le sfumature del verde. L’orto e le serre di Cercatori di semi sono un mosaico di piante rare, tutte con i propri frutti e profumi ma anche necessità: piantare un seme è più di un gesto, è impegno e dedizione. Lo sa bene Pietro che ci spiega quanta volontà, attenzione e intraprendenza servono per rendere questo panorama idilliaco, reale. Uno scenario bucolico che spazia davanti ai nostri occhi ma trae origine da un giro intorno al mondo lungo una vita. Pietro non è mai stato un turista in cerca di comfort ma un viaggiatore con zaino poco pesante sulle spalle e tanta voglia di scoperta nella testa e nelCercatori di semi - BeLeaf Magazine cuore. Una ricerca innata per vedere con i propri occhi e vivere realtà diverse hanno dato l’opportunità di creare ciò che ci circonda: una coltivazione con piante più uniche che rare provenienti da tutto il pianeta. I suoi viaggi e le sue conoscenze gli hanno permesso di importare semi impossibili da trovare in commercio, una ricchezza di biodiversità che avvalora le specie e le salva dal rischio di estinzione. Ed è proprio in queste terre laziali che si incontrano cimeli della botanica mondiale, tutti importati con autorizzazione ministeriale, coltivati isolatamente e in piccole quantità per mantenere la purezza genetica.

 

Cercatori di semi - BeLeaf MagazineNella tenuta di Cercatori di semi la scienza si racconta con fantasia, eppure questo eden è una realtà quasi immaginaria salda alla terra. Così le radici di zucche giganti del Queensland australiano fanno ombra alle arachidi striate dell’Ecuador, enormi meloni serpente dell’Armenia si accostano ai cocomeri del deserto degli Indiani Navaho, tra le varietà più ricercate dei semi Opi, e i fagioli Delite dell’India con il loro occhio rarissimo osservano le altre numerose piante. Un giardino delle meraviglie, un percorso di suggestione che rivela un progetto concreto di etnobotanica senza escludere le varietà italiane. Ne sono un esempio le oltre 60 varietà di pomodori provenienti da tutto il mondo, tra le quali spuntano anche tipologie antiche come il San Marzano originale e il pomodoro costoluto genovese.Cercatori di semi - BeLeaf Magazine Crescono baciate dal sole anche la zucca marina di Chioggia e quella genovese, svettano persino cinque piantine di Monachello, una tipologia di fagiolo italico rarissimo, oggi praticamente estinto. Tra le distese coltivate si alternano anche le piante spontanee come il raperonzolo, il tarassaco e la borragine ma quest’anno la grande protagonista che ammanta i pendii con il suo verde gentile è la canapa. Tre ettari di Futura 75, una pianta dalle innumerevoli potenzialità industriali e investimento naturale per il terreno perché come le leguminose è un azotofissatore. La coltivazione di questa varietà di canapa è ammessa e regolamentata dalla legge, questo sprona i coltivatori laziali ad investire sempre di più in tale materia prima, incoraggiati anche dalla regione che ha stanziato 700mila Euro. L’obiettivo dell’associazione è quello di vendere i semi di canapa e realizzare un impianto di distribuzione nel Lazio diversificando i luoghi di lavorazione e trasformazione della materia prima attualmente presenti solo a Carmagnola e a Taranto. Quello della canapa è un mercato dall’ottimo potenziale, basti considerare che un quintale di semi di canapa valgono 20 volte più del grano. Pietro ha girato il mondo per portare a casa scrigni di biodiversità ma soprattutto la consapevolezza di ritornare alle origini per valorizzare la cultura e sfruttarla come trampolino di lancio per una nuova economia che rievoca il passato. Regredire per avanzare cercando sempre nuovi semi.

Pubblicato originalmente in BeLeaf 4, maggio 2017

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