La metamorfosi americana sembra non avere fine, almeno sul tema della cannabis. A pochi giorni dal 20 aprile, giornata da tutti conosciuta come la ‘giornata dalla cannabis’, il Partito Democratico (purtroppo solo) statunitense chiede la legalizzazione della pianta piena di pregiudizi.
Le elezioni americane si avvicinano ed è ora di prendere una posizione netta. E così i politici si fanno avanti, ormai senza peli sulla lingua, consapevoli del fatto che ormai la cannabis non è più un tabù in America. Ce lo dicono i sondaggi, ce lo dicono i vari referendum federali e ce lo dicono le entrate degli Stati che grazie alla canapa stanno avendo un boom economico senza precedenti.
E i politici hanno fiutato la ghiotta occasione: fra di essi la senatrice della California Kamala Harris, dem candidata alla nomina presidenziale, che ha dichiarato in pieno clima pasquale:“E’ ora di legalizzare quel farmaco in tutto il paese. Le comunità di colore sono state colpite in modo sproporzionato dalla guerra alla droga. Dobbiamo invertire questa tendenza”. Un altro candidato dem, Cory Booker, senatore del New Jersey, ha usato lo stesso social network per lanciare il suo messaggio di pro cannabis. “Mentre lavoriamo per legalizzare la marijuana a livello nazionale, dobbiamo anche garantire l’uguaglianza nell’industria della marijuana. Le comunità che sono state storicamente attaccate dal fallito War on Drugs non possono essere separate dalle opportunità di partecipare all’economia legale della marijuana”. Ancora, il legislatore della Camera dei Deputati, Ilhan Omar, che rappresenta il Minnesota, ha anche lamentato che “la criminalizzazione della cannabis si ripercuote sproporzionatamente sulle comunità di colore. Alla fine dobbiamo legalizzare la cannabis a livello nazionale ed eliminare le registrazioni (criminali) di coloro che sono stati incarcerati per crimini legati alla cannabis”.
E in Italia? Dobbiamo ancora aspettare…