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Mantero a BeLeaf: “Salvini strumentalizza la cannabis. Ritirare la mia proposta? Non ci penso proprio”

“Non ci penso proprio a ritirare la mia proposta di legge”. Non ha alcun dubbio Matteo Mantero, il senatore del Movimento 5 Stelle che ha depositato in Parlamento una proposta di liberalizzazione della cannabis che consente l’autoproduzione e la detenzione di piccole quantità da poter usare a scopo ricreativo. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha indirizzato a lui, a tutto il Movimento 5 Stelle e a Luigi Di Maio, una richiesta ben chiara: ritiri la proposta sulla “droga libera”. Una richiesta che viene rispedita al mittente: “E’ vero che nel contratto di governo non c’è” dice Mantero “ma è un mio impegno come senatore e una prerogativa del parlamento legiferare senza subalternità al governo o a singoli ministri”. Sono giornate frenetiche: sui social, sulla stampa e nelle tv non si parla di altro, come se fosse un’emergenza nazionale da affrontare in fretta e furia, così la sta facendo passare il leader della Lega. Ma la verità è tutt’altra.

Perché Salvini ha deciso di affrontare così di petto questo argomento e perché proprio oggi?

La risposta è semplice e non è la prima volta che viene messa in atto. Ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di distrarre l’opinione pubblica da questioni molto più urgenti e spinose. Parlo ovviamente del caso Siri ma anche dell’inefficacia generale del ministro sulle politiche sulla sicurezza. Invece di affrontare la mafia, la camorra che è tornata a sparare nei territori del napoletano, Salvini ha scelto la strada più facile: prendersela con i comuni cittadini, commercianti e agricoltori che hanno deciso di investire in un settore perfettamente legale e che ora si vedono criminalizzati.

Non ci crede allora che Salvini stia facendo sul serio quando dice che vuole chiudere tutti i negozi di canapa?

Credo che sarebbe una follia. Ma credo anche che non ci siano i presupposti legali per farlo. Attendiamo, ovviamente, tutti con ansia le decisioni delle sezioni delle Cassazioni Unite che dovranno decidere sul futuro per questi negozi ma tornare indietro è impossibile e controproducente. Le persone che comprano nei negozi di cannabis fanno una scelta consapevole e legale togliendo potere alla criminalità organizzata. Se dovessero chiudere si farebbe davvero un grandissimo e imperdonabile regalo alle mafie.

Legalizzare è la soluzione?

Non è la soluzione a tutti i problemi ma è una battaglia importante sotto almeno tre punti di vista. Per prima cosa perché si toglie linfa vitale alla criminalità, poi perché si fa risparmiare lo Stato. La Direzione nazionale Antimafia ha stimato che si potrebbero tenere in cassa circa 800 milioni l’anno di spese legate ai processi e al carcere ma si potrebbero anche meglio utilizzare le nostre forze di polizia dove davvero servono. E poi c’è il tema della salute pubblica che non può essere tralasciato: con l’auto produzione e la certificazione dei semi, i consumatori saprebbero cosa consumano e non incorrerebbero in rischi per la propria salute con erba tagliata con sostanze nocive e pericolose.

Tutto molto condivisibile ma siete voi al governo con la Lega che la pensa in modo diametralmente opposto…

Questa è una battaglia storica del Movimento che, sia all’interno che all’esterno, è da tutti favorevolmente condivisa e a cui non rinunciamo. In questo momento è anche sulla nostra piattaforma Rousseau per essere visionata dagli iscritti che possono implementarla con nuove proposte e votarla.

Anche Luigi Di Maio è a favore?

Non so lui personalmente cosa ne pensi ma so che è un tema condiviso, soprattutto dall’opinione pubblica. La maggioranza degli italiani è favorevole.

Ma se la Lega non vi supporta cercherete sponde in altri partiti per farla passare in Parlamento?

Il Parlamento è sovrano e fa le leggi, non le fa il governo. La mia proposta seguirà l’iter parlamentare e quando verrà incardinata in Commissione spero si apra un dialogo con tutte le forze politiche. Anche nella Lega non tutti la pensano come Salvini…

E il Pd?

Il nostro sistema prevede che il Parlamento possa approvare leggi anche con maggioranze diverse da quelle sostengono il governo. Non escludo che possa succedere su questo tema se ci sono i presupposti.

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