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HomeCannabisRimuovere la cannabis dalle sostanze dopanti: anche gli sportivi si mobilitano

Rimuovere la cannabis dalle sostanze dopanti: anche gli sportivi si mobilitano

Tutti sappiamo che fare sport è un toccasana per il corpo perché contribuisce a prevenire patologie come obesità, malattie cardiovascolari, diabete e aiuta a combattere stati di stress e non solo. Quello che però in molti non sanno è che la sensazione di benessere che si prova dopo aver fatto esercizio fisico non è data solo dalle endorfine rilasciate dall’organismo, ma anche dal nostro sistema endocannabinoide.

Il THC e il CBD sono allo stesso modo cannabinoidi capaci di ricreare le medesime sensazioni: ecco perché consumare cannabis fa bene anche agli sportivi. Il problema è che la cannabis è ancora inserita fra le sostanze dopanti, cioè quelle proibite dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA).

Per superare questa empasse, un nutrito gruppo di oltre 150 ex e attuali atleti (tra cui Mike Tyson e l’equipaggio NHL Riley Cote) chiede che la marijuana venga rimossa dall’elenco delle sostanze proibite. Come si sa questo elenco è mobile e può cambiare: la stessa WADA ha dichiarato recentemente per iscritto che la CBD non è più una sostanza vietata e viene ammessa anche fra gli sportivi. Quando succederà anche per la cannabis?

Le evidenze lo dicono, così come gli studi clinici: la cannabis è un farmaco per il dolore più sicuro, più efficace e che non da dipendenza rispetto agli oppioidi più comunemente prescritti agli atleti. Facciamo un salto di qualità allora!

“Abbiamo trovato una migliore qualità della vita attraverso cannabis e cannabinoidi naturali” si legge nella lettera inviata dagli Athletes for CARE al team WADA, “compresi significativi benefici terapeutici e di benessere, e questi aspetti positivi dovrebbero essere liberamente disponibili per tutti gli altri atleti. In linea con i valori di etica della WADA, fair play e onestà, l’organizzazione deve agli atleti il ​​pieno accesso a questa medicina vegetale gentile ma efficace”.

Da parte loro, la WADA non sembra avere pregiudizi: “La WADA mantiene il dialogo con atleti, amministratori, esperti scientifici e altre parti interessate e segue da vicino la letteratura in questo settore per ottenere nuove prove e informazioni non appena disponibili”.

Tuttavia non è la crescente popolarità e legalità della cannabis in molti paesi Usa che la convincerà a modificare la sua classificazione come sostanza vietata, ci vogliono studi e ricerche. E un ‘aiutino’ da parte dell’opinione pubblica. Oltre alla loro lettera, gli atleti hanno anche creato una petizione su Change.org per ottenere l’accesso a marijuana medica sicura ed efficace.

Qui puoi firmare la petizione: dai il tuo contributo

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