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Sognando la legalizzazione… Intervista doppia a Giuditta Pini (PD) e Matteo Mantero (M5S)

Onorevole Pini, ci sono 9 proposte di legge per regolamentare la cannabis depositate in Parlamento. Sono tutte a firma Pd, 5 Stelle e Leu, cioè i partiti che compongono il nuovo esecutivo: ci sono buone nuove in arrivo?

“Il momento sembra davvero propizio ma la realtà è più complicata di quello che sembra. Il dibattito interno ai partiti è ancora confuso, ci sono tante posizioni singole, non solo in casa Pd ma anche fra i 5 Stelle (vedi proposta di risoluzione in Commissione Agricoltura n.d.r.). Prima di cominciare un dibattito trasversale tra partiti, è necessario un chiarimento all’interno dei gruppi per trovare una proposta unitaria. Prendete il Pd: non ha una posizione ufficiale ma ci sono tante iniziative singole. Lo stesso segretario ha dichiarato di avere una posizione personale non favorevole sull’argomento. Non è semplice in queste condizioni, ne va della nostra credibilità agli occhi degli elettori”.

Forse il tema, per quanto sentito, non è ritenuto un’urgenza?

“Forse, eppure l’urgenza di affrontarlo c’è. Banalmente perché una regolamentazione del settore porta ad un maggior gettito per le casse dello Stato, e non è cosa da poco. In generale poi c’è forte l’esigenza di rivedere le politiche sulle droghe nel nostro Paese. Farlo seriamente, porterebbe benefici in termini di legalità e lotta alle mafie, che sono temi non secondari”.

Qual è la sua proposta sul tema?

“La mia proposta, che non è stata depositata i Parlamento, nonostante sia pronta e già scritta, è molto semplice ma fa arrabbiare tutti, purtroppo. La mia idea è quella di un monopolio di Stato, sulla falsariga di quella che c’è attualmente sull’alcol (e non sul tabacco). Cioè, chiunque può produrre vino, ma ci sono delle regole e dei vincoli sulla vendita”.

Perché non l’ha depositata?

“Perché preferisco che ci sia una proposta unitaria del Pd, che, però, attualmente non esiste. Confido che presto affronteremo l’argomento. Il segretario ha annunciato per il mese di novembre un confronto aperto anche alle Associazioni su vari temi, fra cui anche la legalizzazione”.

Non è ottimista?

“Non sono ottimista perché sono realista. So che la strada non è facile, anche se effettivamente questa è la prospettiva di governo migliore che abbiamo per fare dei passi in avanti. Ma preferisco essere cauta e portare a casa qualcosa, piuttosto che promettere cose che non sono sicura di poter mantenere”.

Onorevole Mantero, nuovo governo, nuove speranze per la legalizzazione?

“Diciamo che se con Salvini al governo era impossibile ora è diventato un obiettivo fattibile ma comunque molto difficile”.

Anche lei, come la sua collega Pini, non è ottimista?

“Su questi temi sembra non arrivare mai il momento giusto. Sono considerati argomenti divisivi e per questo si preferisce non intervenire e lasciare tutto com’è. Eppure basterebbe spiegare a chi ha ancora dubbi che la legalizzazione è semplicemente una questione di buonsenso”.

Come mai non riesce a fare breccia questo concetto?

“Perché manca il coraggio. E’ facile fare propaganda creando allarmismi su un fantomatico ‘pericolo droghe’. L’opinione pubblica, invece, è molto avanti rispetto alla nostra classe politica. Ormai sappiamo che il proibizionismo non ha portato frutti in nessun posto in cui è stato applicato. Regolamentare questo settore, invece, sarebbe davvero utile sotto tanti punti di vista: prima fra tutti il contrasto alla criminalità organizzata. Ma anche dal punto di vista della tutela della salute pubblica. Sappiamo che, nei paesi dove la legalizzazione esiste già, non aumentano i consumi, i prodotti sono più sicuri e si tolgono clienti alle mafie”.

Ma i tempi non sono ancora maturi nel nostro Paese…

“Per la legalizzazione forse ancora no, ma per regolamentare la canapa industriale vedo molte più possibilità. Su questo ci sono proposte sia alla Camera, dove hanno optato per una strada più veloce per risolvere i problemi ma, secondo me, meno completa, e una al Senato, presentata proprio da me. La strada giusta da percorrere è modificare il testo di legge attuale e far uscire dall’incertezza i commercianti e gli agricoltori. Ormai i negozi sono una realtà in tutte le città e la cannabis light è stata sdoganata. Vietarla sarebbe come vietare ad un automobilista di guidare dopo aver bevuto una birra analcolica: una cosa fuori dal mondo. Per questo ho speranze concrete che riusciremo a portare a casa almeno questo risultato”.

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