L’aggravante dell’ingente quantità scatta con il possesso di oltre 2 chili di principio attivo; per le droghe pesanti quando è superato il limite fissato dal valore soglia della sostanza moltiplicato per 2mila, espresso in milligrammi (per esempio, 750 milligrammi per la cocaina, 250 milligrammi per l’eroina). Ecco in estrema sintesi la sentenza delle Sezioni unite penali n. 14722 depositata nel mese di maggio, con la quale è stato sciolto un nodo interpretativo che aveva visto dividersi le Sezioni semplici.
Non c’è dubbio che, per quanto riguarda il possesso di cannabis, si tratti di un passo indietro. Precedenti sentenze, infatti, avevano fissato il ‘paletto’ sul livello dei quattro chili. Esattamente il doppio.
Gli ermellini hanno preferito rimanere sulla scia di una decisione del 2012 la cosiddetta sentenza ‘Biondi’ dal nome dell’imputato, molto più restrittiva. “A seguito della riforma introdotta nel sistema della legislazione in tema di stupefacenti” dalla legge n. 79 del 2014 – si legge nella sentenza – “mantengono validità i criteri fissati dalla sentenza delle Sezioni Unite del 2012 per l’individuazione della soglia oltre la quale è configurabile la circostanza aggravante dell’ingente quantità”. Il particolare, “con riferimento alle Droghe leggere la soglia rimane fissata in 2kg di principio attivo”, sottolineano i magistrati delle Sezioni Unite tenendo fermo il ‘limite’ definito nel 2012.
Ricorda l’Aduc che le Sezioni Unite erano intervenute per fare chiarezza riguardo a caso di un coltivatore diretto di di canapa indiana – pratica consentita solo per uso personale e circoscritto a poche piantine – scoperto ad irrigare oltre mille piante di marijuana nel suo terreno in Calabria. L’uomo era stato condannato con rito abbreviato sia in primo grado che in secondo, a sei anni e otto mesi di reclusione, dalla Corte di Appello di Catanzaro nel giugno 2018. Gli era stata contestata l’aggravante dell’ingente quantità anche se le dosi con principio attivo erano molto al di sotto dei due chili. Per questo, gli ‘ermellini’ hanno ridotto la sua pena a cinque anni, quattro mesi e 33mila euro di multa, dopo aver escluso l’aggravante in questione.