Non abbiamo la presunzione di dire che sia il problema più importante da affrontare negli Usa in questo momento: fra impeachment, scontri al Campidoglio, pandemia globale e campagna di vaccinazione. Ma con Joe Biden Presidente e i Democratici pronti a controllare sia la Camera che il Senato, anche la rimozione del divieto federale sulla cannabis sarà un tema da affrontare presto. Anche perché non segnerebbe solo un grande cambiamento ma potrebbe diventare un protagonista per il rilancio economico del Paese.
I numeri
A far ben sperare è il numero sempre crescente di stati, incluso il New Jersey, che hanno completamente legalizzato la cannabis. Questo vuol dire che oggi, quasi un terzo del Senato – 30 senatori – proviene da Stati che hanno già legalizzato la cannabis a scopo ricreativo.
Lo sappiamo bene, la posta in palio è l’approvazione del Marijuana Opportunity Reinvestment and Expungement Act, MORE Act, approvato alla Camera lo scorso dicembre. Il vicepresidente eletto Kamala Harris è stato lo sponsor principale del Senato del disegno di legge nell’ultimo Congresso. In sintesi, se fosse approvato, il piano prevederebbe la depenalizzerebbe della cannabis a livello federale, richiederebbe ai tribunali federali di eliminare le precedenti condanne per marijuana e tasserebbe la cannabis per aiutare le comunità più colpite dalla guerra alla droga, finanzierebbe programmi di formazione professionale e fornirebbe prestiti alle piccole imprese di proprietà di minoranze che cercano di entrare nell’industria della cannabis.
E se il buon giorno si vede dal mattino, per il futuro ci dobbiamo aspettare grandi cose
Due delle prime scelte del presidente eletto Joe Biden a capo del Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti, hanno precedenti di difesa e supporto di programmi di cannabis legali statali. Biden ha infatti detto che prevede di nominare il segretario alla salute della Pennsylvania, la dottoressa Rachel Levine, come assistente segretario di HHS. A dicembre, il presidente eletto ha annunciato che il procuratore generale della California Xavier Becerra era il suo candidato come capo del dipartimento.
I candidati, se confermati, potrebbero essere importanti per l’industria della marijuana dato che l’HHS giocherebbe un ruolo chiave in qualsiasi tentativo di riprogrammare la marijuana o rimuoverla dall’elenco delle sostanze controllate a livello federale.
La scelta di Biden di Levine è stata elogiata dall’American Trade Association of Cannabis and Hemp (ATACH) con sede in Pennsylvania, che ha definita la dottoressa come “un pioniere che ha guidato con successo l’attuazione del programma sulla marijuana medica della Pennsylvania”. “La Pennsylvania è ora uno dei mercati della marijuana medica in più rapida crescita e più consequenziale nel paese, in gran parte grazie al lavoro del dottor Levine”, ha osservato ATACH in una dichiarazione. “Inoltre, il dottor Levine è esperto nella scienza e nella promessa della marijuana medica e sarà una voce importante nel contribuire a plasmare la politica sulla marijuana dell’amministrazione Biden”.
Per quanto riguarda Becerra non è stato un forte sostenitore dell’industria della cannabis ma nel 2017 si è impegnato a difendere il mercato legale della cannabis in California da ogni possibile intervento dell’amministrazione Trump.
I due candidati – insieme alla scelta di Biden di Merrick Garland come procuratore generale e alla sponsorizzazione del MORE Act della vicepresidente eletta Kamala Harris – potrebbero farci intravedere davvero un futuro verde.