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HomeCannabisE’ scaduto il tempo del proibizionismo: è ora di cambiare le regole!

E’ scaduto il tempo del proibizionismo: è ora di cambiare le regole!

Se il lavoro è un diritto imprescindibile dall’uomo e la cannabis ha fatto parte delle sostanze stupefacenti solo per 50 anni (Onu votazione), allora consumare cannabinoidi non dovrebbe limitare la possibilità di svolgere le proprie attività.

La reputazione della pianta più cool del mondo è stata macchiata dal Proibizionismo, lasciandola in un mare di menzogne e giudizi infondati. Le giurisdizioni dovrebbero adeguarsi a questa verità e non continuare a negarla per giustificare anni di ingiustizie su innocenti cittadini.

Mestiere agonista

Che le regole andrebbero adeguate ai tempi lo dice anche il boss della Casa Bianca, Joe Biden: “Se debbano rimanere tali è una questione diversa, ma le regole sono le regole”. Perchè non cambiare le regole se sono reputate ingiuste in modo inconfutabile?

Scienza, coscienza e doping

Se Sha’Carri Richardson, 21 anni, 10”72 di personale sui 100 metri, è stata sospesa per un mese dalle competizioni agonistiche e quindi dai Giochi di Tokyo, non significa che sia giusto.

La ragazza ha dichiarato, con umanità, di aver consumato cannabis per affrontare il lutto della madre biologica: “onestamente non posso nascondermi, quindi almeno, in qualche modo, stavo cercando di nascondere il mio dolore”

Difatti, il portavoce della Casabianca si è espresso a riguardo: «Sha’Carri Richardson è una giovane donna che ispira molte persone, colpita da una vicenda personale delicata. È anche una delle donne più veloci del mondo. La decisione dell’agenzia antidoping degli Stati Uniti è stata del tutto autonoma. Ma noi crediamo sia importante spiegare chi è e quale sia la sua storia».

 

USADA E REGOLAMENTI: quando la linea non è univoca, prolifica il dubbio

L’USADA  è un firmatario del Codice Mondiale Antidoping, sotto l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) che detiene il Codice, la Lista Proibita e gli Standard Internazionali. I cannabinoidi in ogni forma sono proibiti per gli agonisti, a meno che non ci sia un Uso Terapeutico Approvato (TUE).

Gli Stati Uniti, però, stanno evolvendo rapidamente verso la liberalizzazione assoluta della pianta medica, riconoscendone i benefici, l’innocua conseguenza sociale se non ricreativa e prevedendo la possibilità di risarcire i danni dati dal proibizionismo ai cittadini.

Nel frattempo, però, il progresso e il ristagno cozzano, dubbi tra atleti o semplici appassionati di sport aumentano, si può o non si può?

L’USADA è seppellito da domande ricevute dal pubblico nelle FAQ.

 

La sospensione di Vince Hunter

Ci dispiace per chi deve essere il soggetto mediatico delle congetture, riconoscendone al contempo la necessaria utilità per sollevare la critica dell’opinione pubblica. Pochi giorni fa il nuovo acquisto del Virtus Bologna, Vince Hunter, è stato la vittima sacrificale sull’ara dei regolamenti WADA in Italia.

Trovato positivo al THC è stato sospeso in via cautelativa.

Questo perché le applicazioni di leggi in conflitto tra loro causa ingiustizia per definizione, ricade su persone ossia privati che hanno diritti oltre che doveri.

E’ scaduto il tempo del proibizionismo: è ora di cambiare le regole!

I cannabinoidi sono patrimonio dell’umanità, dal sistema endocannabinoide mammifero alle infinite applicazioni tecnologiche nella storia contemporanea, il lavoro è un diritto imprescindibile dell’uomo e la cannabis ne è un’ inconfutabile risorsa naturale.

Rispettiamole ma facciamoci due domande sulla necessità di cambiamento. Così ci chiediamo per quanto ancora dovremmo andare contro corrente anziché cavalcare l’onda.

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