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HomeBenessereCannabis alimentare, il controverso caso della Lidl tedesca. Spiegato bene

Cannabis alimentare, il controverso caso della Lidl tedesca. Spiegato bene

Germania. La Lidl tedesca, come quella svizzera, espongono sugli scaffali prodotti a base di cannabis da anni, ma da due settimane l’azienda ha iniziato a ritirare i biscotti dagli scaffali per “sbalzi d’umore e affaticamento”.

Il portavoce dichiara che sono appetibili per gusto e colore, ma il fiore non è presente negli alimenti.

Come fanno ad avere effetti psicotropi senza cannabinoidi? e le infiorescenze possono essere un ingrediente alimentare?

I clienti possono restituirli e saranno rimborsati

I consumatori sono invitati a restituire i prodotti acquistati tramite un comunicato il 25 agosto scorso, che ne interrompe ufficialmente la rivendita motivando: “Il consumo di questi alimenti può avere conseguenze indesiderate sulla salute, come sbalzi d’umore ed affaticamento” ha avvertito Lidl.

I prodotti che causano “alterazioni” sono dell’azienda ceca Euphoria Trade:

  • biscotti alla canapa “Mary & Juana” delle varietà Chocolate, Classic, Cranberry e Hash
  • tè alla cannabis “Tea of ​​mind”
  • barretta proteica “Raw Cannabis Protein Bar Apple”

Inoltre sono stati posti sotto controllo:

  • “Vita D’or Bio Hemp Oil” spremuto a freddo e
  • 0,75 Liter Solevita Hanf Tee

prodotti da P. Brändle GmbH

Il ritiro dei prodotti da Rosenheim all’intera nazione

Dopo le indagini di prova svolte in un discount a Rosenheim, nell’Alta Baviera, non è stata avviata alcuna indagine, solo un approfondimento analitico sui prodotti. Difatti il marketing della linea cannabis era basato sull’assenza di cannabinoidi, sia THC che CBD, non contenendo infiorescenze.

Il portavoce di Lidl ha dichiarato a t-online: “Solo i semi di canapa vengono utilizzati nelle ricette per il tipico gusto di canapa“.

Questo perchè l’infiorescenza non è stata normata come ingrediente alimentare negli stati membri l’UE, per l’utilizzo del CBD in full spectrum con THC <0,2% si potrebbe subire un sequestro per accertamenti.

Anche se… “la cannabis non è un Novel Food” – avv. Dongo

L’avv. Dario Dongo, esperto in diritto alimentare internazionale, ci ha spiegato perché la cannabis non rientra in questa categoria. Innanzitutto, Novel Food è un alimento o un ingrediente derivato da piante che non sono considerate ‘cibo’ storicamente, ossia di cui non esiste un consumo sicuro in UE o nel Regno Unito prima del 15 Maggio 1997.

Il fiore di cannabis, come tutte le parti della pianta, non è un novel food e può essere utilizzato come alimento. Il consumo di cannabis come ingrediente è antecedente al 1997 come da CE 258/97. Questo è vero fintanto che il thc non superi il limite dello 0,2% imposto dall’UE sia per l’uso agricolo che industriale.” – ha chiarito l’avv. Dongo.

Soglie di cannabis negli alimenti (dal sito Greet Italian Food Trade)

Il livello di THC non dovrebbe superare la dose acuta di riferimento di 1 µg/Kg di peso corporeo, come già identificata nel 2005 dall’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). I limiti di THC totale ammissibile variano in relazione agli alimenti considerati:

  • semi di canapa (inclusi quelli triturati, spezzettati, macinati diversi dalla farina), 2,0 mg/kg
  • integratori contenenti alimenti derivati dalla canapa, idem c.s.
  • olio di semi di canapa, 5,0 mg/kg.

Per alimenti diversi è prevista l’applicazione dell’art. 2 del regolamento CE) n. 1881/2006. (Cfr. reg. CE 1881/06, ‘che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari’)

Biscotti alla cannabis premium con mirtillo rosso ed erba di cannabis come decorazione
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