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Comitato No cannabis legale – Le motivazioni dell’agire

Sarà presentato a Roma il “Comitato No cannabis legale” promosso dalle associazioni Nazione Futura e Italia Comunità perseguendo l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sul tema della droga. Giorgia Meloni, nel giorno del deposito delle firme per il referendum “Cannabis Legale”, aveva annunciato: “Fratelli d’Italia è disponibile a mettere tutta la propria struttura a disposizione se il referendum sulla legalizzazione della cannabis venisse accolto dalla Consulta, per organizzare il comitato per il no al referendum”. Sottolineando la sensibilità per l’età adolescenziale: “È una follia nella nazione con il più alto tasso di abusi per uso droghe presuntamene leggere tra i quindicenni, dire ai giovani che lo Stato è in grado solo di regalare loro la droga libera. Ci pare un messaggio folle”.

Comitato No cannabis legale

Sul portale di Nazione Futura è apparsa una pagina dedicata al nascente “Comitato No cannabis legale” che spiega così le motivazioni dell’agire: “Con la consegna alla Corte di Cassazione delle firme necessarie per il referendum sulla legalizzazione della cannabis, inizierà l’iter per la verifica delle firme e la successiva calendarizzazione del referendum che dovrebbe avvenire nel 2022.”

Le tre motivazioni nascono dalla necessità di “sensibilizzare la popolazione (soprattutto i giovani) sul motivo per cui è sbagliato legalizzare la cannabis:

  1. Non è vero che legalizzando la cannabis si combatte la mafia e la criminalità organizzata ma al contrario si rischia di legalizzarne l’attività.
  2. Si trasmette un messaggio sbagliato alle giovani generazioni sul consumo di sostanze stupefacenti e con la coltivazione di cannabis si contribuisce all’inquinamento e al cambiamento climatico.
  3. Si rischiano di favorire comportamenti pericolosi come guidare in possesso di sostanze stupefacenti”.”

Concludendo l’annuncio del movimento proibizionista con la data di presentazione: “Il comitato verrà presentato in un evento a Roma lunedì 8 novembre alla presenza dei rappresentanti dei partiti di centrodestra e si impegnerà nei prossimi mesi nell’organizzazione di iniziative, convegni e attività sui territori.”

Per onestà di cronaca:

1) Non è vero che legalizzando la cannabis si combatte la mafia e la criminalità organizzata ma al contrario si rischia di legalizzarne l’attività.
La “normalizzazione” e rivendita di cannabis light, tra gli anni 2016-2018, in Italia, ha portato a una perdita di 90-170 milioni di euro l’anno alle organizzazioni criminali (“Cannabis light e criminalità organizzata: prove della liberalizzazione (non voluta) in Italia” – Aprile 2019)
Lasciare il mercato in mano alle mafie e riempire i tribunali di consumatori e piccoli spacciatori è una grave perdita economica per lo Stato, nonché un danno sociale non indifferente.

2) Si trasmette un messaggio sbagliato alle giovani generazioni sul consumo di sostanze stupefacenti e con la coltivazione di cannabis si contribuisce all’inquinamento e al cambiamento climatico.
I due argomenti non sembrano avere una logica connessione, così le affronteremo singolarmente.
Se con la depenalizzazione del possesso e consumo di cannabis a scopo ricreativo il consumo tra gli adolescenti aumenti o diminuisca è ancora incerto, la ricerca concorda sul fatto che sia ancora presto per dirlo. Nell’articolo “Adolescenti e cannabis: davvero la depenalizzazione aumenta il consumo?“ , abbiamo affrontato ampiamente la tematica senza tuttavia trarre una linea definitiva. Ad esempio, uno studio del 2020 su oltre 230 adolescenti e giovani adulti nello Stato di Washington, ha concluso che gli adolescenti potrebbero avere maggiori probabilità di usare cannabis con la legalizzazione. Un altro studio di Washington ha scoperto che l’uso di marijuana adolescenziale è diminuito dopo la legalizzazione.
Anche la recente analisi sull’Uruguay, “L’impatto della legalizzazione della cannabis in Uruguay sul consumo di cannabis da parte degli adolescenti“, conclude “Non troviamo prove di un impatto sull’uso di cannabis o sul rischio percepito dell’uso.” Per l’impatto della produzione della cannabis sull’inquinamento e il cambiamento climatico è del tutto errato e privo di logica affermare che una pianta contribuisca all’incremento di tali fattori in negativo. La cannabis, in quanto pianta, contribuisce all’incremento del “verde” nel mondo, tramite la fotosintesi riduce i quantitativi di CO2 nell’aria e con l’apparato radicale arricchisce il terreno.

Non solo, la cannabis e la canapa sono due genetiche della medesima varietà botanica, una pianta particolarmente fitorimediante e fitodepurante, caratteristiche su cui sono state pubblicate innumerevoli conclusioni scientifiche. Catherine E. Brewer, del Dipartimento di ingegneria chimica e dei materiali della New Mexico State University, ha guidato uno studio in cui si valorizza la canapa come duplice risorsa ecologica: nella produzione per depurare i terreni e nell’uso della pianta come risorsa industriale, il reimpiego della biomassa come biocombustibile: “La Canapa ( Cannabis sativa L.) è una coltura multiuso che è stata studiata per il suo potenziale utilizzo nella fitodepurazione di metalli pesanti, radionuclidi e contaminanti organici e come materia prima per la produzione di bioenergia.”

3) Si rischiano di favorire comportamenti pericolosi come guidare in possesso di sostanze stupefacenti
Anche questa affermazione non tiene in considerazione i presupposti necessari: i dati, ossia esiste già una legge che norma patente e consumo di cannabis medica. E’ pertanto applicabile la medesima accortezza per l’uso ricreativo, tenendo in considerazione che nelle proposte di liberalizzazione non si è mai parlato di depenalizzazione dell’uso e del possesso di stupefacenti alla guida di autoveicolo.

Come chiarito in “Cannabis e guida sicura, facciamo chiarezza”, l’iter non è dei più semplici ma è possibile possedere la patente e assumere cannabinoidi (includendo fiori, oli, resine ed edibles) purché si dimostri abilità alla guida e si rispetti il Decreto Lorenzin, allegato par. 4 cita “i soggetti in terapia, inoltre, dovrebbero essere esentati dalla guida di veicoli o dallo svolgimento di lavori che richiedono allerta mentale e coordinazione fisica per almeno 24 ore dopo l’ultima somministrazione con cannabis per uso medico”.

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