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HomeCannabisCovid, come le varianti influiscono sul mercato della cannabis

Covid, come le varianti influiscono sul mercato della cannabis

Lo scorso anno, su 33 Stati in cui il mercato della cannabis funziona, come ad esempio la California, hanno dichiarato che la vendita di cannabis viene considerata “servizio essenziale”, assieme a farmacie, supermercati e ospedali. La cannabis è stata assimilata dall’uso medico e ha contribuito alla nascita di nuovi mercati legali statali per un giro di miliardi di dollari.

Durante il lockdown di marzo 2020, l’Oregon Health Authority, OHA, ha pubblicato delle linee guida sulla base dei Centers for Disease Control and Prevention (“CDC”), norme temporanee per i dispensari con regolare licenza affinché potessero proseguire il loro servizio. Nel frattempo, l’Oregon Liquor Control Commission (la “OLCC”) ha garantito la consegna a domicilio, imponendo norme specifiche e sorvegliando sul rispetto delle stesse, pena il ritiro della licenza. “La speranza era che con la designazione ‘essenziale’, ci sarebbe stato più riconoscimento che la cannabis era qui per restare, che c’era una forte preferenza dei consumatori per essa”, ha affermato su “MJ BizDaily” Steve Hawkins, direttore esecutivo del Marijuana Policy Project di Washington DC e CEO dell’US Cannabis Council.

Lockdown 2020

Le vendite di cannabis durante il lockdown del 2020 hanno raddoppiato gli incassi in Usa, ma anche l’Italia non è stata da meno segnando uno +300% . Gli strumenti attivati dagli operatori del settore per non sospendere il commercio, come delivery e h24, sono tutt’ora efficienti. Questo implica che in caso ci fosse un nuovo lockdown con la diffusione della variante Omicron non ci dovrebbero essere variazioni nel mercato, eppure un calo delle vendite è già stato lamentato da negozianti in varie regioni della penisola.

Come vivono i commercianti italiani le oscillazioni del mercato?

Il Covid19 è così influente sulle vendite? Induriti da una dura pandemia, hanno subito controlli a tappeto, ricusato la sentenza della cassazione 30475/19 e hanno deciso di investire la loro professionalità nell’antiproibizionismo cannabico: sono i growshoppari, proprietari di negozi ante-cannabis light che trattano prodotti per la coltivazione.

Pablito dello storico growshop Hortum Deus, in provincia di Roma, ammette: “Nel periodo marzo-aprile 2020 abbiamo constatato un aumento delle vendite on-line di cbd, di attrezzature da coltivazione, forse con il fattore che comunque le persone si trovano a casa nel periodo di primavera, questo ha fatto sì che si potessero dedicare un pochino di più al giardinaggio”. Alla fine del 2021 però la situazione è cambiata, Pablito sconfortato si chiede: “Non so se dipenda da Omicron questo brutto periodo”

Beatrice attivista e groshoppara di Youcann, a Podenzano, aggiunge: “Il lockdown non mi ha cambiato molto la vita, ho continuato a lavorare con consegne a domicilio, con l’e-commerce in compenso gli incassi sono raddoppiati”. Sui cali delle vendite ha una visuale più ampia e afferma: “Più che con la variante Omicron, ho notato un calo delle vendite da quando lo Stato italiano ha deciso di attuare il greenpass, molti clienti si curano con la medicina alternativa e non amano molto la medicina tradizionale.”

Se negli Stati Uniti, l’attività di rivendita di marijuana è stata decretata “servizio essenziale”, in Italia suona una musica diversa. Beatrice sa bene cosa significa essere un growshopparo: “L’attività commerciale di cannabis light in Italia non è assolutamente tutelata. Rischiamo ogni giorno sequestri senza considerare i servizi che ci vengono negati come ad esempio Satispay, Scalapay, Stripe e molti altri.” Un mestiere non solo rischioso ma anche pieno di ostacoli pratici.

Un mercato florido, non tutelato!

La designazione “essenziale”, anche negli USA, ha aiutato dal punto di vista dell’immagine ma non ha cambiato quelli che sono ostacoli che solo la legalizzazione federale permetterà di superare: la mancanza di accesso alle banche, il divieto federale e lo scetticismo dell’establishment medico, tra gli altri.

Ci auguriamo che con la legalizzazione federale negli USA cambi anche qualcosa in Italia, per ora osserviamo i parallelismi nel mercato, come le discordanze nel gioco della sopravvivenza antiproibizonista.

 

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