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HomeCannabisTermometro cannabico -Dal Canada a Masterchef: avanti verso il referendum!

Termometro cannabico -Dal Canada a Masterchef: avanti verso il referendum!

Cari cannabici,
dopo la settimana focosa di SanRemo, si innalza ulteriormente la temperatura in previsione dell’ammissibilità del referendum sulla cannabis da parte della Corte Costituzionale. Il dibattito è acceso, come è giusto che sia, visto che si tratta di una svolta che ribalterebbe il destino di milioni persone legate al Dpr 309/90.
In Europa, Malta vive le pressioni dei proibizionisti ancora sotto shock e l’Italia dopo il decreto, cucina canapa. E’ evidente che il promettente mercato della cannabis spinge per la legalizzazione globale, eppure le azioni sono crollate e il Canada ne risente particolarmente.

Riccardo Magi sul Manifesto pubblica un resoconto esplicativo sul processo del quesito referendario.

La prossima settimana la Corte Costituzionale darà l’approvazione (o meno) al quesito referendario per l’autoproduzione di cannabis a uso personale. Tra le motivazioni riportate dall’On. Magi a favore della sua approvazione vi è che: “Si tratta di una enorme questione sociale che tocca la vita di milioni di consumatori (se ne stimano più di 6 in Italia); di una questione di legalità, perché il mercato illegale cresce senza essere scalfito da un’azione repressiva che costa miliardi; di una questione di tutela della salute dei cittadini e della loro libertà di fronte alla pretesa punitiva dello Stato per condotte non lesive nei confronti di alcuno; di una questione infine che potrebbe generare opportunità di lavoro con l’apertura di un mercato legale”.

Ai 6 milioni di consumatori, infatti, vanno aggiunti tutti coloro che sono stati danneggiati dalla legge per motivi di possesso, consumo oppure sono operatori della filiera della cannabis light, perseguitati dall’antitesi normativa tra dpr 309/90 e lg 242/16. La “tossicodipendenza” da cannabis è un aberrante ritorno di un retaggio culturale corrotto dalla demonizzazione della pianta.

Per una giusta analisi referendaria consigliamo l’articolo del giudice Riccardo De Vito, “La politica della droga e il “referendum cannabis”. Uno sguardo sulle alternative in campo.
Ci sono letture del testo referendario che vanno oltre la possibilità di autoprodurre cannabis a scopo medico, apparentemente tollerato, per cui una lettura attenta e obiettiva di un giudice è cosa gradita. Ad oggi non vi è coordinamento tra il potere giudiziario, favorevole alla legalizzazione laddove innocua a terzi e ridotta a scelta personale, quello esecutivo, anarchico se non autocratico, e il legislativo, assente alla presa di posizione.

In Europa cosa succede: Malta l’opposizione alla cannabis libera

In Europa la legalizzazione per uso ludico ha fatto breccia passando per Malta, piccola isola all’estremo sud del continente, nel cuore del Mediterraneo. Il Partito Laburista, appena eletto ha immediatamente cambiato rotta e normato dei veri e propri social club noprofit, gestiti da regolari associazioni, per contrastare il finanziamento del mercato nero che porterebbe alla corruzione del sistema. Questa scelta anticonformista è stata pesantemente criticata, innanzitutto per il fatto stesso che si consente il possesso di sette grammi e la coltivazione di quattro piante in casa. In seconda istanza per i tempi record di approvazione.
La realtà è che alcuni cittadini hanno presentato delle petizioni in opposizione alla legalizzazione e ora non si sentono rappresentati dal Partito Laburista al governo.
Le motivazioni degli obiettori sono simili alle posizioni proibizioniste italiane: la tutela della salute, l’accessibilità, la sostanza di passaggio e una serie di tesi confutate dalla ricerca scientifica e socio economica, la quale pone l’attenzione su come la proibizione sia parte integrante dell’uso insano e inconsapevole.

Svolta epocale per i produttori canadesi: la Dutch Passion entra nelle banche seme certificate

Dutch Passion Seed Company, banca semi olandese, e Ann inc, produttore canadese, annunciano la loro partnership, per cui i produttori di cannabis in Canada possono utilizzare genetiche femminizzate ad alte prestazioni: la Critical Orange Punch e la Purple #1 sono disponibili per i rivenditori dell’Ontario.
Mahmoud Hanachi, Head of Genetics & New Territories di Dutch Passion, ha commentato: “Consentire ai coltivatori commerciali e domestici di produrre le proprie piante di cannabis di qualità premium è sempre stato al centro del lavoro di Dutch Passion. Oggi siamo orgogliosi di raggiungere una nuova pietra miliare in questo senso grazie condividere la nostra esperienza e genetica con ANC Inc.”

La borsa è in crollo nell’ultimo anno: la cannabis e la scommessa internazionale

Seppure non siamo esperti in materia possiamo notare come l’indice delle azioni in materia cannabica siano in crollo nell’ultimo anno e questo è vero a livello globale. 
L’Indro denuncia l’apertura in rosso nel mese di gennaio e febbraio per USA e Canada e come questo dipenda in realtà dall’enorme vincolo bancario che tutt’ora persiste nel commercio di cannabis.
Il Covid, infatti, abbiamo visto dal lockdown ad oggi attraverso i “termometri cannabici” e i vari report, non ha influito negativamente sul mercato, anzi lo stesso ha beneficiato della necessità di soluzioni naturali allo stress fisiologico dato dalla pandemia. Secondo i dati del Marijuana Business Daily, le vendite hanno raggiunto i 20 miliardi di dollari nel 2020, sono stati stimati 26 miliardi di dollari per il 2021 e si prevede che saliranno a 45,9 miliardi di dollari nel 2025.
I fatti sono contrastanti, ad esempio, l’azienda canadese Hexo nel dicembre 2021 ha registrato una perdita netta di 116,9 milioni di dollari canadesi (91 milioni di dollari) per cui ha deciso di licenziare 180 dipendenti per limitare le uscite. Le azioni Hexo vengono scambiate alla Borsa di Toronto e al Nasdaq , sebbene quest’ultima borsa abbia recentemente messo in guardia la società per non aver soddisfatto gli standard di quotazione. 
Coincidenze numeriche e di inadeguatezza condivise con la compatriota azienda Sundial Growers, cha ha avuto una tregua di 180 giorni per raggiungere la conformità del mercato Nasdaq ri-ottenendo il requisito del prezzo minimo di offerta. 
Temperature funeste anche per la Canopy Growth, che ha registrato una perdita di 115 milioni di dollari canadesi (90 milioni di dollari) nel trimestre terminato il 31 dicembre 2021. 

I produttori Italiani potrebbero arricchire le tavole: la canapa arriva a Masterchef!

In questi giorni ci siamo ricordati che il Piemonte il 28 maggio 2021 ha emanato una legge di “Sostegno alla coltura della canapa (Cannabis sativa L.) e alle relative filiere produttive”. Diverse testate pedemontane hanno elogiato la produzione locale che conta 146 aziende nel 2021 per 198,33 ettari, dati dell’anagrafe unica regionale.
Argomento dalla temperatura calda anche per il recente decreto sulle officinali che apre le porte a un futuro agricolo incerto per il fiore di cannabis, ancora in ballo nel tiro alla fune tra grandi capitalismi.
La cucina nostrana ha aperto gli occhi sull’uso alimentare di foglie e fiori. La famosa testata “Cucina Italiana” parlò di canapa in tempi non sospetti, sotto la luce della neonata lg 242/16 affermando con innocente ignoranza, non sapendo che la produzione non è mai stata proibita in Italia: “La Cannabis sativa è la varietà legale della pianta, che in Italia si può coltivare dal 2002 e che si distingue per il trascurabile contenuto di THC, ovvero il principio attivo farmacologico e psicotropo contenuto invece nella varietà cannabis indica.”

La Repubblica riporta la storia della cucina cannabica in occasione di una puntata di MasterChef in cui è stato proposto ai concorrenti di preparare ricette con burro di canapa.
L’Università dei Sapori di Perugia si è dedicata a questo ingrediente ricco di: vitamine, sali minerali, proteine, fibre e acidi grassi essenziali. La stessa struttura custodisce, inoltre, antiche ricette come: tortelli con fiori di canapaccia, minestra di canapuccia e la focaccia di canapa.

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