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La marijuana è kosher?

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La cannabis aumenta i rischi cardiovascolari?

Oggi vogliamo rispondere ad una domanda che molti si potrebbero porre: la cannabis aumenta i rischi cardiovascolari? La risposta, ovviamente, è no e ci sono diversi studi che lo dimostrano.

Lo studio che smentisce alcune ipotesi

Nei mesi scorsi si era paventato un possibile legame tra uso di cannabis e malattie cardiovascolari. Gli autori dello studio, addirittura, affermavano che:

Potrebbe esserci un legame tra l’uso di marijuana e un ridotto rischio di malattie cardiovascolari, ma i dati non erano statisticamente significativi quando si aggiustavano le variabili confondenti”.

A smentire l’ipotesi sono arrivati i dati di un altro studio, il CARDIA (Coronary Artery Risk Development in Young Adults) che segue 5115 per più di trent’anni.

Uno degli avvisi delle malattie cardiovascolari è la frequenza cardiaca alta. Nei pazienti che utilizzano cannabis, al contrario, è sempre stata riscontrata una frequenza più bassa a riposo. Sono gli stessi ricercatori a sottolineare il mancato legame.

Ciò si aggiunge al crescente corpo di prove che suggerisce una mancanza di associazione deleteria del consumo di cannabis a un livello tipico della popolazione generale sugli esiti surrogati di malattie cardiovascolari”.

Un altro studio del 2017 condotto dalla National Academy of Science, The Healt Effects of Cannabis and Cannabinoids conferma l’ipotesi. Anche in questo caso, infatti, il fumo di marijuana non è connesso al rischio di aumento di possibilità di contrarre un infarto del miocardio.

In più, i ricercatori hanno cercato di studiare parallelamente gli effetti del vino rosso (altro alteratore di umore) e della cannabis sull’incidenza di infarto miocardico. I risultati sono stati sorprendenti. Con l’assunzione di marijuana c’è stata una minore incidenza, paragonabile a quella del vino rosso (nonostante dopo gli 11 bicchieri a settimana iniziasse ad aumentare).

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