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Quantità e qualità del sonno: i benefici del CBD

Ci sono milioni di persone in tutto il mondo che soffrono di problemi legati alla qualità e alla quantità di sonno. Negli anni, sono state trovate molte soluzioni, da gadget a prodotti medici, passando per coach del sonno. Oggi vogliamo parlarvi dell’importanza dei CBD per risolvere questo problema, scoprendone insieme i benefici, i rischi e la legge in Italia.

Il sonno e il sistema endocannabinoide

Riuscire a capire la funzione del sistema endocannabinoide è fondamentale per comprendere l’importanza che i cannabinoidi (CBD) possono avere nel miglioramento della quantità e della qualità del sonno. Prendiamo, per questo motivo, in prestito le parole dei ricercatori
Chantel Strachan (M.D. Board-Certified Internal Medicine Physician and Headache Specialist at Columbia Doctors and Columbia University Irving Medical Center in New York) e Daniel Whitelocke (M.D., Owner and CEO di Ozark MMJ Cards).

Il sistema endocannabinoide è una complessa rete neurochimica nel corpo che ne regola varie funzioni vitali, incluse le emozioni, il dolore e il sonno. Il corpo rilascia naturalmente alcune molecole endocannabinoidi. Per questo motivo, approvvigionamenti esterni di cannabinoidi, come il CBD, posso avere effettivi positivi sul sistema ECS” (Dr. Strachan).

L’ipotalamo ha un importante effetto sul sonno. Si tratta di una piccola ‘nocciolina’ che si trova all’interno del cervello. È ricco di recettori di cannabinoidi e governa il ritmo circadiano della nostra routine del sonno” (Dr. Whitelocke).

Quando parliamo di ritmo circadiano, intendiamo un ciclo di 24 ore che, tra le altre funzioni, governa il nostro corpo nell’addormentarsi di notte e nello svegliarsi il mattino (l’ECS ha un ruolo in questo ritmo secondo i ricercatori).

I benefici dei CBD per il sonno

I CBD sono il secondo principio attivo più ricercato quando si parla di cannabis sativa ed hanno effetti positivi sul sonno. Non contengono (o lo fanno in minima parte) THC, per questo motivo non hanno effetti psicoattivi.

Ecco per quali problemi associati al sonno possono essere una fonte di cura alternativa.

Insonnia

L’ipotalamo, come detto in precedenza, governa diverse funzioni del corpo, tra cui la temperatura e la sincronizzazione di diversi fattori per il sonno. I CBD possono aiutare le persone contro l’insonnia perché, lavorando a contatto con l’ipotalamo, riducono lo stress.

L’insonnia è il risultato di una reazione iperattiva per lo stress, che si riversa nel periodo del riposo in cui non processiamo coscientemente il trauma subito. I CBD possono sopprimere questo ciclo di iperattività dell’ormone dello stress e stabilizzare il ciclo di sonno e risveglio grazie all’azione su altri ormoni” (Dr. Whitelocke).

Disturbi del ritmo circadiano

I disturbi del ritmo circadiano sono dovuti all’instabilità tra il ciclo di sonno e risveglio interno e l’ambiente esterno (per esempio gli infermieri che hanno continuamente cambi di turni tra notte e giorno). Il problema, infatti, è comune tra le persone che cambiano spesso abitudini del proprio sonno per viaggi o lavoro.

I CBD possono migliorare sia la qualità che la quantità di sonno, assicurandosi che il corpo passi in tutte le fasi del sonno, compresa quella REM, senza alcuna interruzione esterna. L’azione dei CBD sui ricettori cannabinoidi avvia una serie di eventi che culmina in un più naturale ritmo del sonno tra notte e giorno” (Dr. Whitelocke).

Ansia

Anche per quanto riguarda l’ansia, i cannabinoidi possono essere un utile aiuto.

I CBD hanno un ruolo fondamentale per la cura dell’ansia, non causando la sonnolenza legata ai prodotti ricchi di THC. Questo li rende uno strumento ideale per allontanare i cattivi pensieri quando ci si mette a dormire. Più nello specifico, i cannabinoidi agiscono sui recettori endocannabinoidi del sistema limbico. Quando questo non è in equilibrio, per esempio quando brutti pensieri portano ad ansia e insonnia, i CBD attivano l’ECS per reprimere questo genere di pensieri e, di conseguenza, facilitare il sonno. I CBD sono fondamentali per ristabilire il bilanciamento esatto degli ormoni” (Dr. Whitelocke).

Sindrome delle gambe senza riposo (Restless Leg Syndrome RLS)

La sindrome delle gambe senza riposo, conosciuta anche come RLS (Restless Leg Syndrome), è legata all’urgenza di muovere le gambe e può avere effetti indesiderati sulla quantità e qualità del sonno delle persone. L’utilizzo di CBD può ridurre l’infiammazione dei nervi che porta a questa urgenza di movimento.

I CBD possono essere un grande beneficio per calmare muscolarmente tutte le persone che sentono l’urgenza di muovere le proprie gambe anche durante il sonno” (Dr. Whitelocke).

Dolori cronici

L’utilizzo forse più scontato, ma che occorre comunque citare, è quello di antidolorifico.

Per quanto riguarda il sonno, avere un adeguato controllo del dolore è fondamentale per essere in grado di rilassare il corpo e la mente, senza doversi preoccupare di effetti tossici o di dipendenza di altre alternative tra gli analgesici” (Dr. Whitelocke).

Rischi potenziali

Ovviamente, prima di intraprendere una cura con i CBD, occorre consultare il proprio medico ed analizzare approfonditamente la propria situazione. Infatti, un regime a base di CBD può alternare alcuni enzimi presenti nel fegato e portare problemi ben più gravi degli effetti positivi nei pazienti.

Tra i vari medicinali con cui i CBD possono andare a scontrarsi, troviamo: statine, antinfiammatori come ibuprofene e naprossene, medicinali contro l’ipertensione e fluidificanti del sangue.

Inoltre, alcuni CBD contengono quantità abbastanza elevate di THC che, in alcune persone, possono causare problemi nel sonno per via degli effetti psicoattivi.

Cosa dice la legge italiana

Stando alla legge 242/2016, l’illegalità della cannabis è direttamente collegata alla sua concentrazione di THC. Nessuna menzione invece per i livelli di CBD.

I principi attivi contenuti nella marijuana sono moltissimi, ma due di essi hanno una concentrazione particolarmente alta e sono pertanto considerati i più importanti: CBD e THC. Mentre il primo pare avere proprietà terapeutiche, al THC viene invece attribuita la proprietà psicotropa della cannabis.

Sulla base di questa differenza, la normativa si esprime dichiarando legale il cannabidiolo e consentendo la produzione, lavorazione e vendita di piante di canapa, la cui concentrazione di THC non superi però lo 0.2%, quantità insufficiente a generare gli effetti droganti.

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