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Genitori cannabici: consumatori responsabili

Questa settimana il Washington Post riapre l’argomento emancipazione sociale del consumatore medio che andrebbe allontanato sempre più, con l’informazione, dallo stereotipo dello “stoner”, che lede l’immagine e l’autostima dell’individuo.  

Con la legalizzazione dell’uso ricreativo sono sempre di più coloro che si rivelano consumatori abituali di cannabis, e se sono genitori? Sono genitori che consumano lontano dai figli e di nascosto dai coetanei nella paura di essere giudicati, eppure la loro terapia naturale è un sollievo psico-fisico che li aiuta a costruire rapporti umani più sereni e affettivamente validi. Nelle testimonianze riportate dal Washington Post, è comune il sollievo dall’ansia che corrode la maggior parte degli adulti con delle responsabilità; con l’assunzione di cannabinoidi aumenta, invece, la voglia di socializzazione e di “profusione di amore”, la disponibilità all’ascolto e diminuisce l’aggressività da stress.

La legalizzazione in diversi stati, come la California, ha apportato anche politiche specifiche per proteggere i diritti dei consumatori come l’emanazione di leggi a tutela dei genitori e dei pazienti di cannabis medica.

Lo studio “Legalizzazione della marijuana ricreativa e ammissione al sistema di affidamento” di John Gardner e Osei brillante, sostiene che dalla legalizzazione della cannabis si è rilevata una diminuzione di almeno il 10% dei casi di abusi fisici su minore, nonché negligenza, incarcerazione dei genitori e uso improprio di alcol e altre droghe da parte di questi ultimi.

I ricercatori dell’Università del Mississippi hanno affermato: “Le nostre stime più prudenti implicano che la legalizzazione causa una diminuzione di almeno il 10% del totale dei ricoveri in affido, con effetti maggiori negli anni successivi alla legalizzazione e per i ricoveri in affido a causa di problemi specifici di benessere dei bambini“, hanno scritto gli autori nella pubblicazione sulla rivista Economic Inquiry.

Il nuovo studio ha stabilito che la legalizzazione a livello nazionale “ridurrebbe l’onere finanziario del sistema di affidamento di circa $ 675 milioni, all’anno”, calcolando che un singolo collocamento in affido costa in media $ 25.000. Ad Aprile, giusto per il 4/20, Forbes rilancia uno studio sui consumatori americani (USA) condotto da Receptor Brands, una società di servizi creativi focalizzata sulla cannabis, Sister Merci, una società canadese di marketing della cannabis e YouGov, un’opinione globale e data company. Un americano su cinque è considerabile un “consumatore pesante” di cannabis, ossia assume cannabinoidi più di tre volte a settimana. Tra i consumatori  il 43% di loro si identifica come donna, il 54% ha più di 35 anni e il 55% sono genitori di bambini di età inferiore ai 18 anni.

Allison Disney, partner di Recetor Brand, ha dichiarato:  “I dati sui consumatori indicano che l’uso settimanale o quotidiano di cannabis è per i suoi benefici funzionali, come il relax o il sonno, e molti di loro, in particolare i genitori di bambini piccoli, hanno intensificato il loro consumo nell’ultimo anno“.

Lo studio ha coinvolto  quasi 2.800 americani adulti nel marzo 2022 e ha stravolto lo stereotipo del consumatore medio con numerosi dati, tra cui:

  • Circa un americano su otto (12%) consuma cannabis ogni giorno o più volte al giorno;
  • Il 33% per cento dei consumatori giornalieri di cannabis ha aumentato il proprio consumo a questo tasso negli ultimi 12 mesi;
  • il 50% ha una relazione sentimentale impegnata, di cui il 32% è sposato;
  • il 46% ha 18-34 anni; e,
  • Il 54% ha un’età compresa tra 35 e 55 anni.

Le “cannamom”: mamme cannabiche

Il movimento delle “cannamoms”, ad esempio, è sempre più forte. La giornalista Danielle Simone Brand è l’autrice di “Weed Mom: The Canna-Curious Woman’s Guide to Healthier Relaxation, Happier Parenting, and Chilling TF Out”. Ha 42 anni ed è mamma di due bambini, 8 e 11 anni, e inala cannabis nei momenti di transizione. In un’intervista alla BBC, la Brand ha spiegato: “Ho scritto il mio libro in particolare per le mamme tradizionali che non sapevano molto della cannabis, ma ho scoperto che le ‘cannamom’ esistenti si sono espresse e hanno detto che avevano bisogno di un libro che affermasse che questo è un movimento e che possiamo essere genitori responsabili e consumare cannabis allo stesso tempo“.

Ci auguriamo che con la presa di coscienza dei consumatori stessi avvenga una liberalizzazione totale, presto.

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