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Cosa aspettarci dal futuro? Cambio di governo, stesso pantano

Dall’emanazione della legge 242/16 i mestieri del canapicoltore e del rivenditore in Italia sono diventati lavori ad alto rischio in cui l’esperienza personale, la conoscenza delle normative e l’appartenenza ad un associazione di categoria sono strumenti essenziali, talvolta non sufficienti, per sopravvivere. I governi italiani dal 2016 ad oggi sono stati impegnati in “problemi di maggiore urgenza”, mentre il resto dell’Occidente si muove per la legalizzazione. Se guardiamo al passato cosa ci possiamo aspettare dal futuro?

 

L’Italia poteva essere un paese progressista

L’Italia è stata tra i primi paesi al mondo ad autorizzare l’uso medico e a battezzare la Cannabis Light come prodotto commerciale (da collezione) nel 2017. Però in assenza di decreti attuativi, emendamenti, correzioni e modifiche, le norme che riguardano questi temi non sono attuabili senza entrare in conflitto tra loro. E così le nostre contraddizioni diventano alleate del mercato nero.

Non possiamo dimenticare poi, che la nostra destra è artefice di leggi come la Fini- Giovanardi, dichiarata incostituzionale in quanto equiparava le droghe leggere alle pesanti con pene sempre più aspre inflitte ai malcapitati, la maggior parte consumatori di cannabis. Una strada su cui non bisogna tornare, anche se ora è il pensiero dominante del nuovo governo.

 

Cosa pensano i leader italiani della cannabis?

Giorgia Meloni pubblica sul suo sito personale un commento al dlg Magi-Licatini :“La proposta di legge sulla coltivazione e la somministrazione della cannabis ad uso medico all’esame della Camera non definisce chiaramente i contorni e i confini dell’utilizzo di questa sostanza per motivi terapeutici. Per questa ragione, Fratelli d’Italia ha raccolto le preoccupazioni delle comunità di recupero e delle associazioni impegnate nella lotta alle dipendenze e ha presentato un emendamento puntuale per scongiurare una legalizzazione mascherata della cannabis”. Emendamento che è stato bocciato, anche tenendo conto che la legalizzazione è già in atto con l’uso medico e le applicazioni definite dalle regioni. 

Un lavoro che andrebbe sviluppato all’interno dei tavoli tecnici interministeriali e che l’ex Ministra Fabiana Dadone aveva avviato con sette ministeri e la Conferenza Nazionale sulle droghe. Maurizio Gasparri, però, ha pensato bene di arrestare subito il processo evolutivo e fa saltare la conferenza prevista per il 12 ottobre 2022. Il Senatore dichiara: “Hho allertato personalmente il presidente Massimiliano Fedriga, amico e collega di schieramento. Erano previste una riunione preliminare e successivamente una conferenza unificata il 12 ottobre. Fedriga, che non aveva ancora il tema in agenda, ha convenuto con me che fosse inopportuna un’iniziativa del genere su un tema così sensibile”.

Ignazio La Russa, attuale Presidente del Senato, è colui che diede del drogato al collega del Movimento 5 Stelle Alberto Airola nel bel mezzo di una seduta a Palazzo Madama perché si schierava in favore della cannabis light. Le grida dell’ex fascista nel dicembre del 2019 sono ancora ascoltabili su YouTube.

Matteo Salvini invece ha una lunga storia di dichiarazioni pubbliche contro la cannabis light che equipara alla droga e non ha mai nascosto di voler chiudere grow/hemp shop. Il 20 agosto scorso, ad esempio, durante un evento elettorale a Pinzolo, ha detto che la sinistra vuole dare la “possibilità di coltivarsi la droga in casa, di consumarla e di spacciarla senza essere sanzionati”.

L’attuale presidente della Camera Lorenzo Fontana, già da Ministro della della Famiglia aveva dichiarato: “Sulla questione dei negozi che stanno moltiplicandosi a livello nazionale c’è una questione che riguarda l’aspetto giuridico perché questi negozi non hanno una piena legittimità. Dovrebbero vendere da quello che ho capito dei gadget; certo che la marijuana da fumare, al di là del THC basso, non è un gadget e quindi bisognerà capire se è stata forzata la legge“. Ma poi ha aggiunto: “La legalizzazione della cannabis non è tema presente nel contratto di governo, quindi lasceremo la legge così com’è”.

E Fratelli d’Italia? Un’inchiesta pubblicata da l’Espresso nel 2018 ha mostrato che Fratelli d’Italia ha ricevuto un versamento di 200 mila euro da parte degli azionisti di una multinazionale americana che è entrata nel business della cannabis legale in Canada. Chissà che questo non faccia improvvisamente cambiare idea sull’argomento.

Prospettive per il futuro: legalizzazione federale UE

Le nazioni UE si muovono verso la legalizzazione dell’autoproduzione e ripercorrono i passaggi italiani di regolamentazione della cannabis medica e industriale. In tutti questi paesi,però, il Tetraidrocannabinolo (Thc) resta nelle tabelle delle sostanze stupefacenti, nonostante la posizione dell’ONU dal dicembre 2020, che la definisce come farmaco e non droga.

Il Lussemburgo e Malta hanno già pianificato la legalizzazione della cannabis ricreativa; i Paesi Bassi ne tollerano l’uso da decenni; la Germania è in procinto di seguirli. 

Il 15 luglio 2022, si è svolta al Castello di Senningen, una consultazione sulla regolamentazione legale della cannabis per uso non medico e non scientifico tra Germania, Malta, Paesi Bassi e Lussemburgo. Un incontro che fa sperare in una legalizzazione federale UE! Il modus operandi globale non è però il migliore: gli Stati lasciano avviare il commercio di CBD agli imprenditori, con annesso rischio di impresa e tassazione, legalizzando l’uso medico. D’altro canto, avviano una politica di persecuzione nei confronti di consumatori e degli operatori del settore.

Il caso Kanavape del 2018, ad esempio, portò all’attenzione della Corte Costituzionale francese il caso dei due imprenditori condannati per aver regolarmente importato sigarette elettroniche contenenti cbd dalla Repubblica Ceca. La Corte sentenziò che la commercializzazione del CBD (infiorescenze e prodotti trasformati) non può essere vietata se legalmente prodotto in un altro Stato membro per la libera circolazione di merci tra stati membri.  Non è andata allo stesso modo nelle sentenze tedesche dell’estate 2022, infatti le condanne per i commercianti di fiori CBD di Berlino sono definitive (Delibera del 23 giugno 2022 – 5 StR 490/21) per la Corte di Lipsia che ha respinto il ricorso dei due imputati contro la sentenza di Berlino, confermando la condanna alla reclusione.

Questo sistema di tendenza globale fa pensare ad uno scenario in cui sarà possibile accedere alla cannabis solo medica, con la possibilità di autoprodurre solo per uso personale e con la prescrizione e si potrà coltivare solo con autorizzazione dello Stato di appartenenza.

 

L’Italia legalizzerà? Il governo Meloni approverà il dlg Magi Licatini?

La legalizzazione seguirà l’asse Berlino-Roma. La Meloni sa che accontentare le case farmaceutiche avrà i suoi benefici, ma non può certo passare per una “drogata” agli occhi del suo elettorato. Vedremo cosa succederà ma la strada è in salita e, come sempre, ci sarà da lottare.

 

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