I numeri aumentano, in quantità ed in complessità, potremmo dire anche in qualità se è vero che l’ingresso di diverse sostanze nel mercato cambia il ‘Drug’, elemento accorpato al ‘Set e Setting’ di Zingberg.
La certezza è che il proibizionismo fallisce miseramente: per proibizionismo intendiamo l’utilizzo di sanzioni penali nei confronti delle persone, ma anche di sanzioni amministrative che ledono gravemente la quotidianità del cittadino, e diciamo questo alla prova dei numeri della nuova Relazione al Parlamento sul fenomeno delle Tossicodipendenze. L’aumento del consumo è innegabile, sia di quelle che possiamo definire ‘droghe legali’ (alcol e psicofarmaci) sia rispetto alle sostanze attualmente illegali.
Ma vediamo alcuni numeri nel dettaglio:
a fronte di una diminuzione delle operazioni antidroga svolte nel 2022 rispetto al 2021, è diminuito anche il quantitativo di sostanze globali sequestrate, con la cannabis e i suoi derivati che restano la sostanza maggiormente sequestrata per il 63%.
Se andiamo a vedere i dati nel dettaglio però, vediamo che sempre a fronte della diminuzione delle operazioni antidroga, abbiamo un netto aumento dei sequestri di cocaina: da 21.386,85 kg nel 2021, a 26.099, 36 nel 2022; questo trend, che è accorpato ad un contestuale aumento dei consumi, è in linea anche con il World Drug Report di UNODC che richiama l’attenzione sulla diffusione della cocaina negli ultimi anni.
Diminuiscono a livello numerico i sequestri di cannabis, ma aumentano le segnalazioni rispetto all’art.75 della legge 309/90, mentre diminuiscono le denunce per quanto concerne gli articoli 73 e 74. Questi dati ci fanno tornare all’inizio: una guerra a colpi di segnalazione dei meri consumatori, spesso costrette anche in casi di non-dipendenza ad affrontare un percorso al Serd o a vedersi togliere la patente anche nel caso in cui si venisse segnalati quando non si è alla guida. Il governo mantiene la retorica del ‘tutte le droghe sono uguali’, ma aggiungerei ‘alcune sono più uguali delle altre’, visto che il dato sui consumi di sostanze tra i giovani (15/19 anni) è aumentato dal 18,7% al 27,9% a causa di un aumento sensibile dell’utilizzo di alcolici, sostanza legale e sponsorizzata dai nostri governanti.
Lo studio IPSAD del 2022 stima poi che oltre 14 milioni e 300 mila persone residenti in Italia di età compresa tra i 18 e gli 84 anni abbiano usato una sostanza psicoattiva illegale nel corso della vita, la quota scende a 4 milioni e 900 mila persone quando si parla del solo anno 2022, mentre scende ancora a 2 milioni e 100 mila se si prendono in considerazione gli ultimi 30 giorni. I valori rispetto all’uso corrente, quindi nella valutazione degli ‘ultimi trenta giorni’ sono stabili nel corso degli anni.
Tra le sostanze possiamo rilevare alcuni dati da tenere sotto osservazione: uno rispetto all’utilizzo di oppiacei/oppioidi, che risultano in aumento per le tre tipologie di trend. Infatti è aumentato al 2,9% il numero delle persone che nel corso della vita ne ha fatto uso (nel 2017 era l’1,7%), è aumentato all’1,4% il consumo nel corso dell’anno (nel 2017 era allo 0,5%) e soprattutto è aumentata di 0,3 punti rispetto al 2017 la quantità di persone che dice di aver fatto uso di oppiacei/oppioidi negli ultimi 30 giorni.
Per quanto concerne invece la cocaina, diminuisce il dato rispetto al 2017 delle persone che ne hanno fatto uso una volta nella vita, ma aumenta il numero delle persone chi dice di aver consumato nell’ultimo anno e negli ultimi 30 giorni. Le cifre non sono esorbitanti, ma tracciano il segno di un mercato delle droghe che sta cambiando, così come stanno cambiando anche le modalità di consumo.
Un discorso, ed un articolo a parte meritano i dati sulla popolazione giovanile e sulle sanzioni applicate: quel che è certo è che bisogna andare verso una società che istituzionalizzi all’interno dei comuni e delle regioni la riduzione del danno per ridurre i rischi del consumo ed intercettare meglio chi dall’uso può passare ad un abuso.