Un nuovo decreto legge, l’ennesimo di questo governo Meloni che tratta ogni fenomeno come un’urgenza. Attenzione: non che la criminalità minorile non sia un problema sensibile e urgente, o che le zone sensibili del nostro Paese non necessitino di un intervento per contrastare povertà, criminalità organizzata che lucra sulle condizioni precarie delle persone, piazze di spaccio a cielo aperto e violenze. Questo fenomeno, che va preso per la sua interezza, è urgente e necessario trattarlo. Quello che non va fatto è sobbarcare il disagio di un territorio sulle spalle di chi lo vive, infliggendo pene spropositate secondo una mentalità repressiva e securitaria utile solo a riempire le già sovraffollate carceri. Tra le misure inserite in questo decreto è previsto l’arresto dei minori in flagranza per spaccio anche di lieve entità. Un modus operandi che nulla a che vedere con la prevenzione e la progettualità: il carcere è il luogo meno adatto per poter prevenire i comportamenti dei ragazzi.
Le conseguenze pratiche sarebbero sconcertanti: un maggior numero di ragazzi arrestati, un intasamento ulteriore dei tribunali, un metodo di colpevolizzazione senza che accanto ci siano nell’immediatezza nuove opportunità da poter offrire. Si tocca nuovamente la legge 309/90 in particolare sull’articolo 73, dove appunto si inasprisce ulteriormente la fattispecie di ‘lieve entità’ riferita ai minori. Allo stesso tempo sono stati totalmente dimenticati i servizi per le tossicodipendenze, sull’educazione civica nelle scuole, sul sistema scolastico più in generale che da anni soffre di dipendenti precari e studenti poco motivati con un aumento non marginale di NEET.
Insomma, l’ennesimo decreto legge che non è utile a risolvere la situazione, l’ennesimo decreto legge che esautora le funzioni del Parlamento che in un caso come questo sarebbe stato fondamentale per dibattere al meglio le possibili soluzioni in una costante concertazione con il terzo settore che si occupa di prevenzione ed educazione.
Nella mia laicità mi rifaccio a Don Ciotti, fondatore di Libera, che in questi giorni ha detto: “purtroppo in Italia ci sono tante Caivano. Detto ciò, prima di annunciare ‘bonifiche’ e mandare le forze di polizia, bisogna chiedersi tutti, io per primo, cosa abbiamo fatto, o meglio, non abbiamo fatto per arrivare a questo punto? Una politica che non ha il coraggio dell’onestà, dell’assunzione di responsabilità, anche di fronte alle proprie omissioni, non sarà mai in grado di costruire un bene comune, di realizzare democrazia. Le periferie sono territori infestati da paure, rabbie e risentimenti. Legati a condizioni sociali ed economiche precarie, a loro volta frutto di politiche sociali insufficienti”.
La gravità di questo decreto si esplica nell’animo repressivo e proibizionista di questo governo, che viola i diritti umani e il concetto di prevenzione.