Dopo la sentenza del 30 Maggio della Cassazione a sezioni unite, il settore canapa si è cominciato a movimentare con il nome #lacanapaciunisce.
Era desiderio di molti far sentire la voce di giovani imprenditori, e per concretizzare l’azione in qualcosa di costruttivo ho richiesto l’autorizzazione per la manifestazione il giorno 11 giugno, inizialmente davanti a Montecitorio e poi per motivi di ordine pubblico postata davanti al Mise. Fu un successo, una manifestazione ordinata e pacifica dove ottenemmo un l’incontro con diversi esponenti del governo. Una nostra delegazione entrò a parlare a Montecitorio con alcuni deputati del MoVimento 5 Stelle. Venne avanzata richiesta agli operatori del settore canapa di produrre una documentazione riguardante numeri, spessore economico e criticità di tale settore da poter condividere con la politica.
Siamo tornati a lavorare nell’incertezza, chi al negozio, chi ai campi, chi come il sottoscritto ovunque ci sia da fare, tra riunioni serali ci si è rimboccati le maniche e in un paio di settimane si è prodotta la documentazione.
Ieri 2 luglio una nuova delegazione scelta del neonato movimento #lacanapaciunisce assieme all’associazione CanapaCaffé rappresentata dal sottoscritto, oltre all’associazione “Gli amici di Nonna Canapa” con Serena Caserio e Daniele D’Agata , siamo stati ricevuti dal presidente della 13a commissione agricoltura Filippo Gallinella.
Fin da subito ci è stato riferito la strategia che avremmo dovuto avallare:
Aspettare le motivazioni della sentenza della Cassazione…
Una volta che verrà definito per bene cosa non è “droga”, potremmo poi pensare a cosa farci con questo prodotto legale.
Dunque, nonostante l’accoglienza alla Camera dei Deputati, non posso essere molto soddisfatto della giornata di ieri. E vi spiego perché.
Tutta la documentazione prodotta e il lavoro di tanti professionisti non è stato preso in considerazione (almeno per ora) provocando peraltro anche un po’ di nervosismo fra i presenti.
Inoltre, se le motivazioni della sentenza del 30 maggio della Cassazione non saranno così esaustive, come prevediamo conoscendo lo Stato in cui viviamo, cosa faremo? Ci dicono di aspettare, vedremo.
Ci è stato ribadito che la #cannabis è una questione politica. Ci è stato fatto capire che agli alleati di governo (ai quali i 5s risultano purtroppo subordinati) non interessa che migliaia di imprenditori abbiano pagato le tasse per 2 anni e creato lavoro. E adesso in bilico ci sono dipendenti e affitti da pagare. Sembra non interessare che l’agricoltura abbia aumentato il PIL dopo anni, che tanti giovani disoccupati si sono trasformati in piccoli imprenditori o sono tornati nelle proprie terre per fare gli agricoltori, generando economia sana. Tutto questo NON INTERESSA!
La cannabis è una questione politica, noi poveri operatori possiamo portare le documentazioni più autorevoli a sostegno delle nostre tesi, ma non servirà mai a nulla fino a quando non decideranno di sbloccarla.
Dunque, il periodo di incertezza per gli operatori del settore canapa continuerà… E soprattutto, non ci sono più nemmeno le speranze di legalizzazione!! E nemmeno di produrre la cannabis terapeutica che nuovamente compreremo dall’estero con bandi ben studiati…
Questo fino a che non avremo voglia di far sentire davvero la nostra voce e continuare a martellare. Abbiamo quindi già chiesto di poter avere un incontro con referenti del Ministero dell’Interno e del Ministero di Giustizia, col tentativo di individuare una linea condivisa dalle procure per le analisi di laboratorio. L’estate è iniziata. E noi non li lasceremo certo in pace.
Carlo Monaco, presidente associazione Canapa Caffè