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L’impegno dell’associazione Tara per combattere i pregiudizi sulla cannabis medica

Il 2 novembre scorso, nel giorno dei morti, l’associazione Tara, in collaborazione con la rivista Beleaf Magazine, ha organizzato una conferenza divulgativa sulle cure legate all’utilizzo dei cannabinoidi e di altri estratti naturali come Ayahuasca.

Medici, pazienti, produttori e semplici appassionati hanno poi potuto gustare un ottimo pranzo a base di prodotti preparati con farine e semi di canapa. Sono intervenuti medici e ricercatori molto preparati che da anni portano avanti ricerche e scoperte legate alla proprietà di questi estratti naturali. Proprietà che in realtà si tramandano da millenni ma che oggi grazie ai nuovi metodi e strumenti scientifici possono essere dimostrati in modo inequivocabile, come per esempio la capacità di neurogenesi o le applicazioni nella cure contro i tumori.

In realtà le applicazioni di tali estratti sono davvero molteplici e in grado di sostituire una quantità notevole di farmaci, talvolta molto costosi, come hanno raccontato, nelle loro testimonianze, alcuni pazienti intervenuti nella mattinata che hanno deciso di intraprendere questo tipo di cure.

Ormai sempre più persone intraprendono questa strada: Luigi e Walter hanno una patologia cronica intestinale e assumono 12 grammi al giorno, un giovane di 16 anni con cancro del rinofaringe indifferenziato che racconta sarebbe dovuto essere morto un anno e mezzo fa, ancora un uomo di 48 anni con una moglie e due figli piccoli e un cancro allo stomaco aggressivo e recidivante in carcinosi peritoneale che non aveva nessuna opzione di cura.

Poco per volta queste ricerche stanno facendo cambiare l’approccio da parte della comunità medico-scientifica rispetto al tema. Nonostante importanti resistenze da parte delle lobby farmaceutiche, di recente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato alle Nazioni Unite di rimuovere la cannabis dall’elenco dalle sostanze più pericolose e di favorirne l’uso terapeutico.

In Italia purtroppo siamo molto indietro su alcuni aspetti, la ricerca è legata nella quasi totalità a finanziamenti privati mentre in altri Paesi vi è un approccio più convinto da parte delle istituzioni scientifiche. Alcune regioni italiane hanno normato l’utilizzo della cannabis terapeutica, in altre una normazione non c’è proprio.

Ma i problemi per chi decide di intraprendere questa strada sono molteplici, dalla mancanza di medici prescrittori, dalla diffidenza dell’opinione pubblica ai costi e la difficoltà di reperimento dei medicinali a base di cannabinoidi. Simone Fagherazzi, presidente di Tara, ha deciso di creare l’associazione proprio per questi motivi e lancia un appello a tutti coloro che vogliono contribuire, il lavoro è ancora moltissimo per combattere il proibizionismo e la disinformazione dei nostri tempi.

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