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L’Argentina legalizza la coltivazione domestica ad uso terapeutico

Quasi tre anni e mezzo dopo l’approvazione della legge che permette l’uso medico della cannabis in Argentina, i consumatori che, fino ad oggi si sono mossi nell’ombra, costretti ad acquistare nella maggior parte dei casi, dal mercato nero, hanno ricevuto la notizia tanto attesa: il governo argentino permetterà ai consumatori della cannabis terapeutica di coltivare le piante di cannabis nelle proprie case. Inoltre permetterà la vendita nelle farmacie di fiori e derivati di cannabis, prodotti dallo stato.

Questa è una notizia che cambia completamente il paradigma e lo scenario della cannabis in Argentina, duramente criminalizzata in tutto il Paese, con pene assurde che arrivano anche a 15 anni di galera per la detenzione sia dei fiori che dei semi. Questa importante notizia è stata ufficializzata in videoconferenza il 19 luglio dal ministro della salute argentino, Ginés Gonzales Garcìa, all’ordine dei medici, ai professori e alle associazioni che da anni si battono per il diritto alla cura con la cannabis.

La nuova legge di fatto annulla la bozza di legge creata dal governo precedente, ampiamente criticata perché inconsistente, in quanto non dava la possibilità ai malati di accedere in maniera semplice e costante alla propria terapia.

La novità più importante è sicuramente la modifica dell’articolo 8 della legge 27.350, la quale prevede l’autorizzazione alla coltivazione personale o comunitaria a tutti i pazienti e ricercatori che si iscriveranno al programma cannabis argentino (REPROCANN). Il limite del numero di piante permesse nell’abitazione di ogni singolo paziente o nelle sedi delle associazioni che faranno le “coltivazioni collettive” (en red) non è ancora specificato in maniera precisa, ma con grande probabilità non sarà in numero di piante ma in quantità di prodotto finale. Verrà definito ufficialmente entro le prossime settimane fino ad arrivare alla firma definitiva del Presidente, Alberto Fernàndez, che già durante la campagna elettorale del 2019, ha esplicitato grande interesse, sottolineando la priorità nel modificare la legge a favore dei pazienti che utilizzano cannabis terapeutica.

Le coltivazioni “En Red” (coltivazioni collettive) saranno gestite da associazioni pubbliche che faranno dei raccolti collettivi per rifornire i consumatori di cannabis terapeutica che non hanno la possibilità di coltivarla nelle proprie case.

Il REPROCANN (ente preposto per il programma della cannabis terapeutica
in Argentina) si occuperà personalmente di verificare la qualità del prodotto finale coltivato dalle organizzazioni collettive in modo da assicurarsi che la cannabis per i pazienti sia sempre di prima qualità, infatti il presidente di REPROCANN ha dichiarato “la qualità prima di tutto”.

Questo non significa che chiunque potrà coltivare cannabis in casa, ma sarà
molto più semplice conseguire la propria prescrizione medica. Da qui arriviamo al secondo punto chiave della nuova legge, le prescrizioni non saranno rilasciate solo ai malati di epilessia refrattaria (come in precedenza), ma a tutte le patologie con cui la cannabis interagisce con effetti positivi.

Questo fattore chiave aprirà le porte a nuovi studi e nuove investigazioni nell’ambito della cannabis terapeutica, impossibili da realizzare con la legge precedente varata nel 2017 dal governo di Mauricio Macri.

E’ stato annunciato che saranno incoraggiate le coltivazioni statali nei laboratori pubblici, in modo da rifornire le farmacie con fiori, olii e tinture a base di cannabis direttamente prodotte dallo stato e che verranno vendute a prezzi modici, così da essere accessibili ad un gran numero di pazienti.

Gli enti pubblici più attivi sono nella zona di Santa Fè, situata in provincia di Buenos Aires, e da anni chiedono il permesso di poter coltivare la cannabis terapeutica in dei laboratori pubblici. Da pochi giorni il governatore di Buenos Aires, Axel Kicillof, sta pianificando i permessi in diversi laboratori pubblici della provincia.

E’ una legge che gli argentini aspettano da anni, ormai divenuta necessaria
visto l’incremento esponenziale di prescrizioni mediche in tutto il Paese. “Questo è il regolamento che ci aspettavamo già nel 2017, e non possiamo che festeggiarlo in questo contesto avverso. Il riconoscimento dell’autocoltivazione protegge i coltivatori solidali, i pazienti, gli uomini e le donne che trovano nella pianta la soluzione a molto dolore, a costo della propria sicurezza e di essere criminalizzati da un sistema che fino ad oggi li rendeva invisibili e li perseguitava. “Consapevoli di essere l’anello più debole della catena, ci siamo rafforzati collettivamente e abbiamo tessuto le reti che oggi finalmente stanno dando i loro frutti in questo risultato”, ha dichiarato in una videoconferenza Valeria Salech, presidente di Mama Cultiva Argentina, durante la consultazione.

Henk Van Dalen, fondatore di Dutch Passion, viaggiava molto in Argentina in quanto molto amico di diversi master grower, tra cui Alberto, Master Grower argentino e fondatore della rivista “Haze”, che lo aiutò nella creazione e nella stabilizzazione in clima sub-tropicale nel nord dell’Argentina di una delle varietà più famose di tutto il sud America, la Dèsfran. Un incrocio di Destroyer x Destroyer, derivante dall’ibridazione di 3 varietà Landrace sative pure quali la Mexican Oaxaca, la Colombian Punto Rojo e la Meao Thai. Grazie alla collaborazione tra i due, nacque una delle varietà 100% sativa più famosa del continente americano (conosciuta ormai a livello globale). Alberto è sempre stato in prima linea e, fondando il magazine “Haze”, ha sempre cercato di diffondere informazioni e cultura cannabica in Argentina, sfidando le autorità molto conservatrici e anti proibizionistiche.

Il team di Dutch Passion ha visitato nell’Ottobre 2019 la prima Fiera della Cannabis in Argentina, nell’immensa capitale (Buenos Aires). L’evento ebbe luogo nel polo fieristico “La Rural”, in pieno centro città, fattore simbolico perché si tratta di una struttura storica da sempre gestita da grandi imprenditori proibizionisti. Quello che abbiamo trovato ci ha stupito, decine di migliaia di persone hanno affollato la fiera dal venerdì alla domenica, rendendola sold out già nelle prime ore del pomeriggio. Un pubblico di ogni età e ceto sociale, a caccia di informazioni, contatti e confronto con le realtà nazionali già attive da qualche anno per i diritti della cannabis e nel mercato dei prodotti per la coltivazione.

Vedere tante persone riunite nel parco interno della fiera fumare cannabis in assoluta libertà era come un ”oasi di pace” in un Paese ultra proibizionistico, e di ciò ne erano sbalorditi anche gli organizzatori e gli attivisti storici argentini.

Siamo tornati dall’Argentina pensando che la popolazione fosse pronta per un cambiamento reale sulla cannabis, e questa importante legge apre il dialogo, per quella che noi speriamo, sarà una depenalizzazione totale della cannabis in Argentina e in tutto il Sud America.

https://dutch-passion.com/it/

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