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Camminare Leggendo: 3 recensioni di libri sui cammini

Le avventure di un giovane nerd sulla via per Santiago di Claudio Fucile

Che palle, l’ennesimo libro sul Cammino di Santiago! L’ennesima sequela di considerazioni pseudo mistiche che poi sono uguali a tutte le altre! Basta!

E invece no, o meglio sì, ma con una certa differenza. Il viaggio, soprattutto se compiuto a piedi, è un’esperienza personale, sempre e comunque, ma raccontare un percorso che ogni anno è calpestato da migliaia di persone e che ha alle spalle una bibliografia gigantesca, non è certo impresa facile.

Claudio Fucile, egregio illustratore e, per sua stessa ammissione, nerd, riesce in questo difficile compito regalandoci un libro dove esperienze reali, fantasie, deliri, citazioni cinematografiche e letterarie si amalgamano perfettamente creando uno stile narrativo accattivante che, grazie anche a un ritmo serrato, prende il lettore per mano e lo trascina fra la polvere dei sentieri e delle strade che da secoli compongono quell’antica via che è il Cammino Francese verso Santiago de Compostela.

Un libro che si legge tutto di un fiato e che si arricchisce non di fotografie ma di disegni; la mano di Fucile rivive se stesso, il suo viaggio, i suoi passi, le gioie e i dolori provati in tutti quei giorni con la capacità grafica che lo contraddistingue, e il suo è un auto-narrarsi divertente e scanzonato, esattamente come le pagine che intervalla.

Dopo tutte le migliaia di pagine già scritte, si può raccontare ancora del Cammino Francese? Se il risultato è questo, decisamente si.

Edizioni dei Cammini 320 pag.18,50 €

 

Sulle strade del Kenya di Diana Facile

I l Kenya, fra i paesi africani, è sicuramente uno dei più visitati dai viaggiatori di tutto il mondo; nel corso degli anni il turismo preconfezionato ha sapientemente sfruttato un territorio in buona parte ancora selvaggio, aprendo resort, organizzando safari fotografici e quant’altro; l’esperienza del viaggio in Africa viene così filtrata e in qualche modo snaturata.

Diana Facile, meglio nota nel vasto mondo dei travel blogger come la Globetrotter, nel suo bellissimo diario di viaggio, ci racconta tutta un’altra storia, quella di una donna bianca, una mzungu come si dice, che, spinta dal desiderio di scoprire e conoscere la realtà e da un’indomabile spirito di avventura, pianifica un viaggio in solitaria attraverso il Kenya vero, quello che il turismo di massa ignora beatamente, con tutti i suoi molteplici aspetti e le sue contraddizioni.

Fra couchsurfing, alloggi spartani ma pieni di fascino, giornate in famiglia, incontri e scontri con la cultura locale, animali e paesaggi mozzafiato, Diana ci racconta la bellezza di un paese, dove dare per scontato qualcosa, è l’errore più grande che si possa fare; ci racconta la vita delle persone che qui vivono, che spesso faticano a tirare avanti ma che hanno dalla loro una grande forza d’animo e un sorriso che sembra in grado di affrontare tutto, e ci dice che per vivere a pieno l’esperienza di un viaggio come questo, bisogna lasciarsi alle spalle tutte le sovrastrutture del nostro paese d’origine e sincronizzarsi con il ritmo del luogo; solo così una donna o un uomo bianco non saranno più visti come mzungu ma come persone e solo così il Kenya regalerà loro tutta la sua bellezza.

AlpineStudio 178 pag.16,80 €

 

L’isola dalle ali di farfalla di Tito Barbini e Paolo Ciampi

Tito Barbini e Paolo Ciampi non sono solo due viaggiatori straordinari e due preziosi narratori, sono soprattutto due amici, due persone che amano confrontarsi, parlare, discutere anche animatamente se necessario.

Questo libro, che è molto più di un diario di viaggio, nasce proprio da qui, dall’esigenza di comunicare.

Tito è ad Astypalea, un’isola del Dodecaneso, sperduta nell’Egeo meridionale, il cui periplo ricorda nella forma le ali di una farfalla. È qui che si è nascosto, per fuggire da un’Italia in cui non si riconosce più, segnata dall’intolleranza e dal pregiudizio.

L’isolamento però è duro e la tentazione di scrivere all’amico irresistibile.

Le pagine di questo splendido libro sono come un canto e controcanto, tra richiami all’arte e alla poesia, ma anche un pugno nell’ombelico dell’ignoranza diffusa e sempre in cattedra in un paese che ha dimenticato la sua storia, fatta di approdi, di accoglienza, d’integrazione. Sono cartoline da un’isola remota, messe l’una dietro l’altra, come il filo di Arianna, per uscire dal labirinto, un luogo angusto dove i confini contano più degli spazi aperti; è anche uno scambio epistolare sulle possibilità e sulle utopie, il terreno ideale per coltivare un’idea di futuro: è quando le cose vanno peggio che si può davvero ripartire. 

Edizioni Spartaco 176 pag.13 €

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