spot_img

Ultimi articoli

― Advertisement ―

spot_img
HomeCannabisLa storia del piccolo Murray Gray e l'inadeguatezza del sistema sanitario britannico

La storia del piccolo Murray Gray e l’inadeguatezza del sistema sanitario britannico

Murray Gray è un bambino di otto anni, che vive in Scozia, ad Edimburgo. Da tre anni gli hanno diagnosticato una rara malattia pediatrica, la sindrome di Doose, che nel 2017 gli provocava fino a dodici crisi epilettiche al giorno. Un disastro, che lo ha portato a finire in ospedale, in stato semi-vegetativo.

La mamma Karen, 46 anni, però, non si è data per vinta. E ha scoperto il modo per salvare il figlio e fargli vivere una vita il più normale possibile. Quale? L’utilizzo di farmaci a base di cannabis, in quel momento illegali nel Regno Unito. Da quando ha cominciato a curare il figlio con Bedrolite e Bedica – nel frattempo diventati legali anche in Gran Bretagna – le crisi epilettiche non si sono presentate per ben 15 mesi.

Il problema, non certo di poco conto, è che le cure per il figlio costano a Karen e alla sua famiglia ben 1.400 sterline al mese. Una cifra enorme, che però potrebbe diventare pari a zero se solo il sistema sanitario nazionale (NHS) si facesse carico delle cure, come è in suo potere. Peccato che da questo punto di vista nulla si sia mosso, anzi le cure continuano ad essere rifiutate.

Un caso tutt’altro che isolato nel Regno Unito: basti pensare che da quando, due anni fa, è stato dato il via libera all’utilizzo di cannabis a scopo terapeutico, il sistema sanitario nazionale ha prescritto e si è fatto carico delle cure per soli tre pazienti. Una cifra ridicola, che restituisce perfettamente l’idea di un sistema ancora molto frenato da questioni culturali prima ancora che sanitarie.

In questa storia, però, c’è anche qualcosa di positivo. E risponde al nome di GreenActive, una start-up scozzese che opera proprio nel settore della cannabis, e che ha deciso di aiutare il piccolo Murray. I giovani proprietari, Jo Devall e la partner Melissa Lopes Correa hanno infatti fatto sapere che “tutti i profitti della loro nuova azienda saranno dedicati ad aiutare le cure del piccolo“.

Dove non arriva lo Stato, arriva la buona volontà delle persone. Finché ci saranno ragazzi come Jo e Melissa, ci sarà sempre la speranza di vivere in un mondo migliore.

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_img