Tra il 2011 e il 2018, la quantità di terra coltivata in Europa per la canapa è aumentata rapidamente da 8.000 ettari a 50.000 ettari, secondo i dati del settore. Gli Europei di canapa 2019 li ha vinti la Francia con 17900 ettari, al secondo posto alla Lituania 9182 ettari, terza l’Estonia 4555 ettari e quarta l’Italia con 4’000 ettari. Il 58% del prodotto è destinato al food mentre il 20% agli oli essenziali.
Le origini del gioco, scavezzazione, manciulatura e tessitura di pezze e cordami
Il calcio di inizio della gloria italiana è decantato dai cinegiornali del 1935, che parlano dello splendore della canapa in Italia. L’Italia gioca in attacco con l’inaugurazione della prima mostra della canapa, datata 18 giugno 1935.
L’autarchia economica è importantissima per il Duce e la canapa gli permette di sognare in grande. Quando nel 1937 viene emanato il Marijuana Tax Act, antipasto della proibizione del consumo ricreativo imposto a livello federale USA, il Duce non è consapevole di cosa sta accadendo. Della canapa rimangono solo pochi germogli in terre sperdute o piccole memorie, brandelli di tessuto sui banchi dei mercati rionali.
E’ stato di fatto il trattato internazionale sulle droghe all’ONU, approvato nel 1961, che scuote e muta definitivamente la tradizione nostrana anche nei piccoli comuni ignari del proibizionismo in atto. È cartellino rosso per tutta la squadra, dal tessuto all’olio.
Rimessa in gioco per i millennial e la generazione X
Nel 2016 la lg. n. 242 apre nuovamente le porte alla produzione, lasciando aperto il conflitto con il dpr. 309/90 e non concedendo alcuna identità dell’infiorescenza, attualmente il prodotto primario che sostiene l’economia del settore. Il 4/12/2020 diventa la data della liberazione: l’ONU su mozione dell’OMS, vota e decide di eliminare il THC dalla tabella dei narcotici.
L’Italia ha visto i tempi d’oro. Vinceremo di nuovo
Negli anni ‘30 la prima stella del continente EU era l’Italia, in testa pari merito con la Jugoslavia contando 100000 ettari cadauna. Da Comunicato EIHA, nel 2018 in Europa si registrano “a malapena 50.000 ettari in tutto. La Francia è il maggior produttore, seguita da Italia e Paesi Bassi. Anche se l’Europa non ha sbloccato tutto il potenziale della canapa, l’industria è in rapida crescita. Dal 2013 al 2018, infatti, si è registrato un aumento del 70% del numero di ettari dedicati alla coltivazione industriale della canapa. Se lo confrontiamo con i dati del 1993, il numero di ettari è aumentato del 614%”.
Cosa ci manca per risalire in classifica?
Ci manca un coach: una rappresentanza politica, una legge che tuteli il settore, la forza di volontà da parte delle istituzioni di coordinare le varie realtà con una referenza pubblica. Al processo di liberalizzazione precede l’istituzione di un ente unico di ricerca e controllo che coordini i processi dalla produzione al consumo.