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Cannabis legale in Italia: le dieci bufale più diffuse

In Italia sono state depositate più di 630.000 firme a favore del referendum per la legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo. Il fronte dei contrari, però, nei mesi ha diffuso diverse bufale: ecco le dieci più in voga.

Il fronte del no si aiuta con le fake news

L’obiettivo è andare al voto in primavera per il referendum per la legalizzazione della cannabis in Italia. Oltre alle 630.000 firme raccolte a settembre e depositate il 28 ottobre in cassazione, sono molti i partiti e le associazioni a favore della legalizzazione (Associazione Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Radicali italiani, +Europa, Sinistra Italiana, Possibile, Volt, Potere al Popolo, Rifondazione comunista e il comitato).

Ad un folto fronte pro-cannabis, ce n’è uno, altrettanto numeroso, che cerca ancora di mistificare la cannabis, inventando fake news a dir poco sconvolgenti. Oggi vogliamo parlarvi delle dieci più diffuse e in voga nel mondo proibizionista.

La legalizzazione non ridurrà il mercato nero delle mafie

FAKE NEWS. Le mafie, ogni anno, ricavano dal traffico di marijuana più di €6 miliardi, che viene poi reinvestito per ripulire i soldi provenienti dallo spaccio. La legalizzazione, naturalmente, interromperebbe questo traffico illecito e strapperebbe soldi alle mafie.

Non esistono droghe leggere e droghe pesanti

FAKE NEWS. La cannabis è stata infatti rimossa dall’elenco delle sostanze dannose dalla Convenzione sugli Stupefacenti. Inoltre, è meno pericolosa non solo di droghe pesanti come eroina o cocaina, ma anche di alcool e tabacco. Proprio per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ne riconosce l’uso terapeutico e scientifico.

La cannabis è una droga di passaggio

FAKE NEWS. Al contrario di quello che viene raccontato, la cannabis è spesso una sostanza di uscita dal consumo di droghe pesanti, come l’eroina. Proprio rimanendo sul caso dell’eroina, pochissimi dei 20 milioni di italiani che ha fatto uso di cannabis nella propria vita è passato al consumo di questa sostanza. In più, l’utilizzo a scopo terapeutico, diminuisce le morti per overdose di farmaci oppiacei.

La legalizzazione aumenterà il consumo tra i giovani

FAKE NEWS. Basta prendere in studio il caso dei paesi in cui è già legale. In Colorado (dal 2012) il consumo tra i giovani si attesta al 20%, tendenza sempre in calo. Così come in Canada, passato dal 19,4% al 10% dopo la legalizzazione del 2018. In Portogallo, in conclusione, dove la cannabis è legale dal 2001, solo il 14% dei giovani ne fa uso. La proibizionista Italia, al contrario, ha il 28% di giovani che hanno provato almeno una volta, il 6% dei quali prima dei 13 anni.

Aumenteranno i costi sanitari

FAKE NEWS. Legalizzazione significa anche maggiori controlli. Le mafie non fanno controlli sanitari e, in molti casi, nella cannabis vengono rinvenute presenze di sostanze nocive. Parlando di costi: il 40% dei carcerati è tossicodipendente, ospiti in strutture detentive e non di riabilitazione. Questo significa denaro pubblico utilizzato.

Il referendum promuove la cultura dello sballo

FAKE NEWS. Dalle colonne del sito del comitato.

Qui non si tratta di promuovere o meno certi tipi di comportamenti, ma si tratta di riconoscere che il consumo di cannabis è un fenomeno che esiste e che va trattato con serietà e responsabilità come fenomeno sociale e non represso con la legge penale”.

Si potrà guidare strafatti

FAKE NEWS. Solamente il possesso non verrà penalmente perseguito (se a fini personali). L’abuso e l’utilizzo alla guida verrà, indistintamente, perseguito secondo il codice della strada.

La cannabis crea buchi nel cervello

FAKE NEWS. Sempre i promotori del referendum hanno parlato di questa notizia.

La cannabis ha sicuramente effetti psicoattivi e non si possono escludere variazioni della funzionalità dei neuroni dovuta al suo uso, ma gli studi per trovare questi buchi nel cervello non hanno dato particolare successo”.

Si legalizzeranno anche le droghe pesanti

FAKE NEWS. Di nuovo dalle colonne del sito del comitato.

Depenalizzare la coltivazione delle piante stupefacenti non significa legalizzare tutte le droghe. La detenzione di piante, foglie e fiori a fini di spaccio e le attività di fabbricazione, estrazione e raffinazione, necessarie ad esempio alla cocaina e l’eroina, continuano ad essere punite”.

La cannabis di oggi è più potente che negli anni Sessanta

FAKE NEWS. È vero che i diversi sistemi di coltivazione permettono percentuali di THC più elevato, ma è altrettanto vero che sono state sviluppate anche migliori tecniche di rivelamento.

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