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Relazione DCSA: la cannabis resta la sostanza più sequestrata

In questi ultimi due anni il mondo è cambiato, il Covid ci ha posto davanti a nuove sfide e i mercati si sono adeguati alle circostanze. Il mercato sotto sotto osservazione della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga (DCSA) è quello illegale delle sostanze stupefacenti, in cui vengono esaminate le rotte e raccolti i dati su questo fenomeno. 

I dati che ci fornisce la relazione del 2022 ci possono far riflettere su più piani: 

nel 2021 il dato dei sequestri di sostanze stupefacenti è aumentato del 54% rispetto all’anno precedente, con un sensibile aumento dei sequestri relativi alla cocaina e ai derivati di cannabis. Questo ci segnala come la domanda di sostanze sia tornata ai livelli pre-pandemia, in un circolo che vede in particolare le droghe pesanti prendere spazio all’interno della società. 

Sono 91 le tonnellate sequestrate nel 2021, un aumento rispetto all’anno precedente, come dicevamo, ma a fronte di una diminuzione delle operazioni antidroga (-6,53). Si può dire che sia stato fatto un lavoro più puntiglioso da parte della polizia, quindi è stato più facile sequestrate più sostanze a fronte di meno operazioni? 

Questo è plausibile, ma è plausibile anche che come suggerisce il World Drug Report 2022 (su dati 2020) siano semplicemente aumentati i consumi di sostanze stupefacenti, e come spesso accade: i dati sui sequestri, sui traffici, sui consumi reali, siano semplicemente sottostimati. 

Questo per un motivo molto semplice: se un fenomeno è sommerso, non rintracciabile, ogni dato che avremo sarà sicuramente inferiore rispetto alla realtà. 

Il dato di certezza è l’accanimento contro la cannabis, un accanimento politico, parlamentare, a volte che si fa morale, perchè tra le tante sottostime che possiamo avere, il dato certo è che la cannabis rimane la sostanza più sequestrata (⅔ del totale delle sostanze), la sostanza maggiormente perseguitata. E allo stesso tempo, la sostanza maggiormente utilizzata, che in un regime di illegalità diventa ancora più pericolosa, perchè c’è un dato da tenere in considerazione: alla criminalità organizzata nulla importa della salute dei consumatori, mentre ai consumatori stessi importa della loro salute. 

Proprio per questo è difficile comprendere come una parte politica del nostro paese osteggi la legalizzazione della cannabis, approdata in Parlamento questo mercoledì 29 Giugno nella misura ‘soft’ dell’auto coltivazione ad uso personale. Una svolta per tutti quei consumatori che oggi sono obbligati ad interfacciarsi con il mercato nero. Una svolta culturale per tutti quei giovani che saranno meno attratti, senza un divieto, da quella sostanza, dalle piazze di spaccio in cui trovare anche altre sostanze è facile e sconveniente, questo si, per la salute.

La stessa DCSA scrive all’interno della relazione che ‘la domanda è sempre crescente, il bacino dei consumatori è elevato’; anche i mercati si differenziano, e oggi la capillare espansione del web permette spesso di rimanere nascosti affidandosi a dei veri e propri canali e-commerce, o affidandosi più semplicemente all’immenso mare dei social network.

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