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Il Parlamento a destra, i cittadini in astensione

Abbiamo aspettato che la maggior parte dei risultati si consolidasse definitivamente prima di commentare una sconfitta annunciata, anche se qualcuno riteneva potesse essere più contenuta. Questa legge elettorale co il meccanismo maggioritario all’uninominale è per me ai limiti della costituzionalità: la solida maggioranza parlamentare della destra non rispecchia totalmente la rappresentanza, ancora di più se consideriamo il più grande partito di oggi, quello dell’astensionismo. Il dato dell’astensione sale infatti al 36%:

se nel 2018 aveva votato il 72,93% alla Camera ed il 73,05% al Senato, quest’anno l’affluenza si ferma al 64%, un crollo di quasi 10 punti percentuali che segna una disaffezione profonda delle persone dalla classe politica.

Nell’ultimo articolo pre-elezioni oltre a fare la sintesi delle posizioni dei partiti in merito alla cannabis, dicevo una cosa che oggi sembra quasi più amara ma democraticamente sarà più solida: per lottare servirà attivare gli strumenti della democrazia. Fuori dal palazzo. Questo perchè la destra ha in mano la maggioranza dei seggi: la coalizione di CDX avrà 235 rappresentanti alla Camera dei Deputati (43,79%) il CSX ne avrà 80 (26,13%). Segue il M5S con 51 rappresentanti (15,43%) e la lista di Calenda e Renzi che riesce ad ottenere 21 seggi (7,79%). La Camera dei Deputati come possiamo vedere è blindata a qualsiasi iniziativa parlamentare.

Anche il Senato della Repubblica, seppur con numeri minori, vede in vantaggio la destra con 112 eletti (44,02%), mentre il centro-sinistra si ferma a 39 (25,99%). Il Movimento Cinque Stelle elegge 28 senator* e il partito Azione-Italia Viva ne elegge 9.

Quello che accadrà lo scopriremo solo vivendo: l’unica notizia per noi rilevante che sta circolando è rispetto al Ministero degli Interni, parrebbe infatti che Giorgia Meloni no abbia alcuna intenzione di dare un Ministero così importante a Matteo Salvini. Alcuni pensano sia una buona notizia, noi aspettiamo di sapere chi sarà il nome che presiederà un Ministero che negli anni passati ha visto sprecare fondi su progetti come ‘Scuole Sicure’. I progetti che rovinano la vita ai ragazzi, non formano e non educano, ma fanno della paura l’unico strumento di civiltà unito alla propaganda.

Nell’articolo di qualche giorno fa dicevo che se i sondaggi fossero stati confermati, avremmo dovuto prepararci alla resistenza, oggi quella presunzione diventa affermazione: prepariamoci alla resistenza.

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