Un nuovo studio arriva di fronte ai nostri ai occhi, proprio pochi giorni dopo la delega alle droghe al noto proibizionista Alfredo Mantovano, per aiutarci a smontare le fake news di questa destra, che ha iniziato l’opera di stigmatizzazione verso le persone con il ‘decreto anti-rave’. Si tratta di uno studio finanziato a livello federale, in America, dove si rileva che la legalizzazione non è associata ad aumento del consumo di cannabis da parte dei giovani. L’articolo di ricerca è stato pubblicato dall’American Journal of Preventive Medicine, dove si è esaminato il consumo degli adolescenti dal 1999 al 2020 in Oregon, New York e nello Stato di Washington. Tre Stati certamente diversi per i momenti di legalizzazione, in quanto a New York i primi negozi devono ancora aprire: certamente la comparazione andrà aggiornata, ma oggi abbiamo un nuovo tassello importante per affermare che ‘proibire è peggio che prevenire’.
Lo studio ha ricevuto i fondi dal NIDA (National Institute on Drug Abuse) constatando che: “i giovani che hanno trascorso la maggior parte della loro adolescenza sotto legalizzazione non avevano né più né meno probabilità di aver fatto uso di cannabis all’età di 15 anni rispetto agli adolescenti che hanno trascorso poco o niente tempo sotto legalizzazione”. La regolamentazione del mercato quindi, con queste nuove evidenze, conferma il non incremento dell’uso, ed anzi in alcune situazione vediamo una diminuzione, probabilmente dovuta anche al fattore psicologico inverso che si crea quando qualcosa viene proibito.
Jennifer Bailey, autrice dello studio, rileva l’importanza di questi anni ma sostiene anche che sia necessario continuare a monitorare, perchè ad esempio il consumo di alcol è aumentato di anno in anno dopo la fine del divieto. Questo nuovo studio si aggiunge a molti altri, come quello dell’American Medical Association pubblicato un anno fa in cui viene espressamente detto che la legalizzazione della cannabis ha un impatto indistinguibile alle zero.
Questi studi sono importanti per smontare le fake news che in tutto il mondo, ma in particolare in Italia, continuano a circolare sui grandi media televisivi, dove lo spazio è destinato maggiormente a chi porta avanti una mentalità di proibizione e punizione, creando evidentemente gravi danni anche rispetto alla conoscenza che si dovrebbe avere delle sostanze.