Una nuova stretta anche se apparentemente innocua si scaglia sugli imprenditori della cannabis, vittime anche al Canapa Mundi di un approccio dall’indirizzo controllante sul mercato: le fonti ci dicono che il 16 febbraio scorso il Ministro Piantedosi ha mandato a tutti i Prefetti della Repubblica una direttiva per aumentare i controlli a chi opera in questo settore. Una notizia riportata anche dall’associazione di categoria Imprenditori Canapa Italia. Linee guida che ricordano quelle di Matteo Salvini nel 2019, che dopo qualche settimana di minaccia sulla volontà di chiudere i cannabis shop, si è dovuto limitare ad una direttiva ai Prefetti perchè fortunatamente non è possibile regolamentare la propaganda.
Vi ricordate chi era il Capo di Gabinetto dell’allora Ministro degli Interni? Proprio il Ministro attuale, Piantedosi, che ricordiamo aver esagerato sui sequestri relativi alla cocaina a Piazza Pulita in un lapsus ‘securitario’.
Le linee guida attuali si rifanno quindi a quelle del 2019:
- Puntuale ricognizione di tutti gli esercizi e rivendite del territorio
- Verifica del possesso delle normali certificazioni per esercitare
- Presenza di luoghi sensibili nelle vicinanze
- Analisi sui prodotti finalizzate a scongiurare situazioni di detenzione e vendita che rientrano nel perimetro sanzionatorio della normativa antidroga
Per quale motivo però si rende necessario rendere nuovamente viva questa direttiva? Il Ministro dell’Interno del governo Meloni crede che la via dei controlli sia la più efficace per tutelare la salute pubblica, anche se dovremmo ricordargli l’assenza di effetti psicotropi all’interno della cannabis light e l’impossibilità di diventarne dipendenti, inoltre in questo modo si presume che gli imprenditori violino di principio la legge, se si rende necessaria una direttiva di questo tipo. L’ennesimo corto circuito. Inoltre, oggi sappiamo che alcuni paesi stanno legalizzando la canapa industriale con un principio di Thc che vede il limite massimo all’1%, di 0,4 punti percentuali in più rispetto alla nostra legge.
Questi provvedimenti rendono necessario muoversi per modificare la legge 242/2016, che lascia ampio spazio alle procure territoriali di prendere scelte discrezionali sui controlli e sull’avvio degli iter giuridici.