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Il 2018 l’anno più caldo di sempre in Italia. Con buona pace del Messaggero

Da Donald Trump in giù, il mondo è pieno di gente che ritiene che il riscaldamento globale sia una specie di complotto delle lobby scientifiche per spingere i governi a fare a affari con qualche altra lobby, magari quella delle rinnovabili, a discapito delle economie nazionali e dei lavoratori. Qualche settimana fa, l’Università La Sapienza di Roma ha addirittura ospitato un sedicente gruppo di scienziati che starebbe lavorando per smontare quella che chiamano la “teoria dei cambiamenti climatici”.

Ebbene, non fatevi fregare. I cambiamenti climatici esistono, stanno facendo danni incalcolabili alla salute delle persone, degli animali e delle piante, sono provocati dall’uomo e se non ci si mette una pezza in tempi brevissimi (cosa che, a giudicare dall’ultima fallimentare Cop 24 di Katowice sembra assai difficile) supereremo presto il punto di non ritorno. Non lo diciamo noi di BeLeaf Magazine, ma il 99,9% della comunità scientifica mondiale.

E lo dicono soprattutto i numeri, contro i quali è difficile costruire una narrazione propagandistica, seppure in taluni casi, ben articolata. E i numeri dicono che il 2018 è stato l’anno più caldo dal 1800 ad oggi per l’Italia. Con una anomalia di +1.58 gradi sopra la media del periodo di riferimento (1971-2000) ha superato il precedente record del 2015 (+1.44 gradi sopra la media). E’ quanto ha segnalato Michele Brunetti, responsabile della Banca dati di climatologia storica dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche CNR-ISAC di Bologna.

“Significativo è il fatto che tra i 30 anni più caldi dal 1800 ad oggi 25 siano successivi al 1990”, precisa il ricercatore. A parte i mesi di febbraio (con un’anomalia negativa) e marzo (in media rispetto al trentennio di riferimento), tutti gli altri dieci mesi del 2018 hanno fatto registrare anomalie positive e nove di essi di oltre 1 grado rispetto alla media. “L’anomalia del 2018, se presa in esame singolarmente, non ci permette di trarre conclusioni relativamente alle tendenze in atto – spiega Brunetti – tuttavia, se vista nel contesto degli ultimi 220 anni di storia climatica dell’Italia, è l’ennesima conferma del fatto che siamo in presenza di un cambiamento climatico importante per il nostro paese”.

L’eccezionalità del 2018 non ha interessato solo l’Italia, l’anno appena concluso è risultato il più caldo da quando sono disponibili osservazioni anche per Francia, Svizzera, Germania e Austria.

Alla luce di tutto questo, suona ancora più beffardo quell’assurdo titolo con cui il Messaggero sosteneva, in prima pagina il 5 gennaio scorso, che “il freddo di questi giorni allontana i timori sul riscaldamento globale”. Titolo rettificato dallo stesso quotidiano il giorno dopo, che si è giustificato incolpando il titolista di aver dimenticato un “non” che avrebbe capovolto il significato della frase. Non si spiega, però, quel “inverno che rassicura” posto sotto la foto della spiaggia innevata di Porto Cesareo.

Quel che è certo è questo inverno pazzo, con sbalzi di temperatura record in un senso e nell’altro, non rassicura assolutamente. Anzi, è esattamente il contrario.

 

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