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Dalla scoperta della cannabis medica alla lotta per il reperimento del farmaco. La storia di Fabio

La cannabis medica è legale in Italia dal 2007 ed è un diritto che i cittadini rivendicano da allora: libertà di cura. Con le elezioni e il Governo Meloni in carica presumibilmente non si discuterà di “legalizzazione” bensì di “continuità terapeutica”, una richiesta lecita ma la materia è poco conosciuta. Gli italiani, in effetti, sono favorevoli all’autoproduzione di basilico, garanei e cannabis ma non sono preparati sull’argomento. L’immaginario comune si allontana sempre più dal consumatore di cannabis come un “trasandato abusatore di sostanze”, ma chi sono i pazienti di cannabis terapeutica?

Persone che si curano con la cannabis: il tuo elettricista

Fabio Corrado ha 42 anni, vive a Prato ed è un elettricista in libera professione. Svolge il suo lavoro con passione e dedizione da due decadi. La continuità lavorativa e la stima dei clienti garantiscono la sua attenzione nonostante l’assunzione di una terapia di cannabis ad alto THC. Infatti, da due anni, dopo numerose peripezie Fabio ha risolto l’incontinenza grazie alla cannabis terapeutica.

L’incontinenza è determinata dalla perdita involontaria di urina, il che può essere disagiante o invalidante a seconda della gravità. Fabio ha convissuto con questa patologia per un decennio, senza soluzione apparente: “Per 10 anni ho provato di tutto sotto consiglio del dottore, sono stato sottoposto a esami di ogni genere, anche invasivi e stressanti, senza però trovare mai giovamento. L’unico risultato è stato mettere sottosopra tutto l’organismo”

Gli effetti collaterali sono molti e il problema resta. Fabio ci confida: “dalla mancanza sparizione del desiderio sessuale alla non eiaculazione. Per questo motivo mi sono spinto a cercare altrove e ad informarmi, finché tra articoli e interviste leggo di un ragazzo che aveva sconfitto l’incontinenza con la cannabis: mi si è accesa la lampadina e mi sono messo alla ricerca per provarla.”

Dalla scoperta della cannabis medica alla lotta per il reperimento del farmaco

Il momento della scoperta è importante, si accende la speranza che è perseguita in proporzione diretta all’assenza di pregiudizio: la cannabis medica può essere una soluzione, una cura. Laddove, infatti, la paura per l’uso di una sostanza (il THC in questo caso) può essere maggiore della curiosità alimentata dall’evidenza scientifica e dalle testimonianze dirette. Non è il caso di Fabio, per fortuna, che colmo di fiducia inizia la lotta per il reperimento del farmaco: “Da subito capisco che non è così semplice, ne parlai subito con il mio dottore ma la sua risposta fu: “non voglio entrarci in queste cose”. Ancora non capisco dove volesse entrare, bastava solo che mi facesse la ricetta!”

Prima del farmaco, difatti, la prima scalata è quella per il reperimento della prescrizione. Tutti i medici, anche quelli di base, possono prescrivere cannabis ma sono pochi quelli che si “prendono la responsabilità” prediligendo l’ignoranza alla salute del cittadino, le case farmaceutiche all’evidenza scientifica.

Per fortuna esistono associazioni noprofit che svolgono un lavoro inestimabile di informazione e assistenza, indirizzando gli associati verso strutture preparate ed oneste.

“Un giorno mi imbatto nel CannabiService, associazione di pazienti per i pazienti, dove trovo da subito sostegno e aiuto – ricorda Fabio – grazie a loro riesco a fare una visita ed ottenere la ricetta, poi il farmaco, Bedica per l’esattezza.”

Spesso gli assuntori di cannabis hanno delle disfunzioni del sistema nervoso e non trovano giovamento con alcun farmaco mentre quando assumono cannabis, ricca di cannabinoidi compatibili con il sistema nervoso centrale, il riscontro positivo è a effetto immediato.

Fabio Corrado non fa eccezione: “Da subito ho iniziato a vedere miglioramenti, ma il vero e proprio benessere l’ho visto il mese successivo quando mi è stato prescritto il Bedrocan, con questa genetica sono stato subito bene: la notte non andavo più in bagno e di giorno la cosa era gestibile, prima non riuscivo nemmeno a trattenerla (l’urina ndr).”

La continuità terapeutica: un problema ciclico

Le tipologie di cannabis medica si distinguono per genetiche, da esse dipende il rapporto tra THC e CBD quindi sono considerabili farmaci diversi.

La discontinuità, anche fosse per una sola genetica, non rispetta il diritto di cura del paziente in quanto ogni patologia necessità di un diverso fitocomplesso, quindi del rapporto tra i cannabinoidi. Ogni anno, ciclicamente, le farmacie non sono in grado di garantire la disponibilità di farmaci a base di cannabinoidi: infiorescenze, oli, resine.

Fabio non sempre trova il Bedrocan e alle volte si deve adattare alla disponibilità delle farmacie galeniche, in altre occasioni è costretto a cedere alle sintomatologie dell’incontinenza per assenza totale di cannabis medica in Italia.

“Questo è uno dei problemi: la continuità terapeutica. – afferma Fabio – Infatti non sempre si trova o vi è reperibilità nelle farmacie, quindi bisogna ricadere su altre genetiche, che talvolta non sono adatte alla patologia. Alcuni mesi fa il Bedrocan era irreperibile mentre era disponibile un’altra genetica, tra l’altro nuova per l’Italia che si chiama Billy Buttons anch’essa ad alto THC come il Bedrocan, non ho trovato gli stessi benefici anzi.”

Deve essere un diritto avere la certezza della continuità terapeutica – ribatte Fabio – non si può vivere ogni mese con l’ansia e la paura che il mese successivo possa non esserci il farmaco. Di mese in mese, di giorno in giorno, si è alla ricerca, in continuazione, a chiamare le poche farmacie che trattano la cannabis medica per sapere se hanno il farmaco, se possono spedirlo. Perché, tra l’altro, non si trova mai nelle vicinanze e non tutte le farmacie lo spediscono perché gli è stato vietato da Speranza”.

L’ex ministro Roberto Speranza, infatti, ha ostacolato la fruibilità della cannabis medica con due circolari che limitavano la possibilità per le farmacie galeniche, da prima, di spedire il farmaco () e poi di accettare prescrizioni inviate via pec dal medico. La sentenza del TAR del Lazio sulla possibilità di spedire farmaco nel rispetto delle linee guida sugli stupefacenti è stata chiara: “una circolare non fa legge” (ndr) per cui le farmacie restano le uniche responsabili in libero arbitrio.

Cosa avverrà con il nuovo Governo?

“La situazione della Cannabis medica in Italia è triste – Fabio ammette – nonostante sia legale come cura da 13 anni ci sono ancora tante cose da sistemare, tanti medici e farmacisti da informare e formare. Tante persone, ancora oggi, veramente, non sanno di potersi curare naturalmente con questa pianta!”

Fabio è incredulo sull’ignoranza generale: “Tanti non sanno delle enormi qualità e potenzialità della cannabis come cura medica. Eppure il proibizionismo ha fallito, è stato smentito miseramente da tanti articoli e ricerche scientifiche.”

Il Governo di Giorgia Meloni non è ben visto dagli attivisti per la liberalizzazione della cannabis, Fabio non è da meno e scongiura il peggio: “Spero vivamente che il nuovo governo e la Meloni non facciano come detto in campagna elettorale, diceva di voler togliere questa forma, secondo lei, di “droga legale”. Noi pazienti, invece, parliamo di cura e spero vivamente che non mi venga tolta. Al contrario, vorrei non mancasse mai, né a me né a tanti che si curano, persone con patologie veramente gravi. Soprattutto vorrei poter vivere ancora più sereno, perché questo ha fatto la Cannabis nella mia vita, mi ha dato serenità e tranquillità sia mentale che fisica.”

“La precedente legislatura stava discutendo la possibilità di autoproduzione per un massimo di 4 piantine, ecco il nuovo governo ci può regalare questa legge anziché pensare di fare ancora proibizionismo.” l’elettricista di Prato fa riferimento al dlgs Magi Licatini arenato con la caduta del governo.

Fabio conclude e sottolinea: “La cannabis mi ha portato serenità nei confronti della vita, vorrei preservarla ma non ho la certezza della cura e devo cercare sempre il farmaco e creare la possibilità economica per acquistarlo, perché non è rimborsabile (quasi mai).”

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