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L’Italia è antifascista

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2023, passi in avanti per la cannabis?

Ogni anno ci chiediamo se il prossimo sarà il momento in cui arriverà la legalizzazione, non avremmo mai pensato di riporre le speranze in un governo di estrema destra.

La neo-presidentessa Giorgia Meloni è stata accolta come una doccia gelida dagli attivisti e operatori del settore cannabico, ma potrebbe essere il 2023 l’anno della svolta per la cannabis. È più un augurio che una speranza per l’anno a venire, seppure è vero che Fratelli d’Italia ha noti interessi legati alle multinazionali della cannabis medica.

Dal 2019, tra gli emendamenti, sono state avanzate proposte di tassazione per le infiorescenze di cannabis light, fortunatamente non approvate. (https://beleafmagazine.it/2022/11/29/imposta-sulla-cannabis-light-scampata-anche-questa-volta/)

Un argomento tradizionale per i cannabici nel periodo natalizio, un condimento piccante sulle proiezioni delle intenzioni per l’anno nuovo. La sorpresa sta volta è stata la proposta da chi è partita: dapprima la Lega e poi un gruppo misto di parlamentari, tra cui le amiche della Presidentessa Meloni, hanno avanzato una traccia di legalizzazione in Legge di Bilancio 2023/2025.

Non è quindi da escludere che la legalizzazione arrivi con gli stessi politici che l’hanno ostacolata!

 L’Italia era in testa nelle proiezioni del 2019 per il 2023 nel commercio di cannabis EU, ma a causa della forte opposizione della destra ha perso la corsa. Ora potrebbe pensare di partecipare alla corsa all’oro verde in altro modo, ma dovrebbe comunque riprendere in mano i lavori del tavolo tecnico Mipaaf coerentemente con le necessità del settore produttivo, risolvendo l’inconciliabile coesistenza con il dpr. 309/90.

 La cannabis light e l’inconciliabile coesistenza con il dpr 309/90

Nel 2016 la legge sulla produzione di canapa sativa in Italia ha dato il via alla larga produzione e distribuzione di fiore, la filiera si è sviluppata sulla buona volontà degli operatori del settore divisi tra attivisti e arrivisti che hanno rischiato la propria libertà personale e il capitale investito. Le infiorescenze di cannabis ad alto contenuto di CBD sono diventate di largo consumo, tanto che l’Italia è stata osservata dai paesi esteri e ha stimolato un processo di normatizzazione della filiera europea. Il florido mercato ha richiamato investitori esteri ma tutto ciò senza una categoria commerciale, infatti la rivendita è tutt’oggi ad uso collezionistico. La legge che autorizza la produzione è la 242/16 mentre il commercio è regolata dal dpr 309/90, per questo il limite di THC imposto al produttore è tra lo 0,2 e lo 0,6 mentre al rivenditore è lo 0,5. Nel contempo tutti i derivati da lavorazione sono considerabili illegali a seconda della procura ed è vietato l’uso alimentare del fiore a livello europeo. Una situazione complessa di cui si sta occupando il tavolo tecnico del Mipaaf a cui prendono parte le associazioni di settore e realtà tangenti dal 2020. (Ricordiamo che è in atto la raccolta fondi per il ricorso al TAR 2022 https://beleafmagazine.it/2022/07/28/canapa-industriale-il-ricorso-al-tar-fissato-per-il-7-settembre/ )

E’ quindi ovvio che non può essere approvata una proposta di legalizzazione fintanto che non venga modificato il dpr 309/90 seguendo il suggerimento ONU sull’eliminazione della cannabis dalla tabella I. Sono passati due anni da quando il voto dell’ONU ci ha fatto credere alla realizzazione della fine del proibizionismo. https://beleafmagazine.it/2020/12/03/cannabis-canapa-terapeutica-voto-onu-oms/   Una storica posizione che in molti paesi, come la Germania, ha sicuramente contribuito allo scioglimento di vincoli legislativi che limitavano l’uso e il commercio di cannabis da parte dei cittadini. In Italia ancora nulla, anzi è stato dichiarato inammissibile il quesito referendario sull’“abrogazione di disposizioni penali e di sanzioni amministrative in materia di coltivazione, produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope” e bloccata la calendarizzazione della proposta di legge Magi Licatini per l’autoproduzione di quattro piante per i privati.

Cosa proponeva la Legge di Bilancio 2023/2025?

La proposta allettante ma inattuabile è di creare un monopolio della varietà botanica cannabis (quindi non esclusivamente sativa) dalla produzione al commercio, lasciando l’autoproduzione di cinque piante femmine ai privati con possibilità di cessione a terzi di piccoli quantitativi per uso immediato. Un Eden irraggiungibile al momento, che speriamo sia il preludio della volontà di legalizzare del nuovo Governo e del centro destra.

I sottoscrittori (Richetti, Marattin, Sottanelli, Benzoni, Bonetti, Bonifazi, Boschi, Carfagna, Castiglione,

Enrico Costa, D’Alessio, De Monte, Del Barba, Faraone, Gadda, Giachetti, Grippo, Gruppioni,

Pastorella, Rosato, Ruffino) sono nomi e volti di Italia Viva e Azione. Nel testo in bozza del “C. 643-bis Governo Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 FASCICOLO EMENDAMENTI PRESENTATI” si legge:

Dopo l’articolo 29, aggiungere il seguente:

 Art. 29-bis – (Introduzione del monopolio della cannabis)

  1. Alla legge 17 luglio 1942, n. 907, sono apportate le seguenti modificazioni:

“a) dopo il titolo II è inserito il seguente:

TITOLO II-BIS MONOPOLIO DELLA CANNABIS

Art. 63-bis. – (Oggetto del monopolio)

  1. La coltivazione, la lavorazione, l’introduzione, l’importazione e la vendita della cannabis e dei

suoi derivati sono soggette a monopolio di Stato in tutto il territorio della Repubblica.

Art. 63-ter. – (Definizione della cannabis e dei suoi derivati agli effetti fiscali).

  1. Ai fini di cui al presente titolo sono considerati derivati i prodotti della pianta classificata

botanicamente nel genere cannabis.

Art. 63-quater. – (Provvista personale).

  1. Sono fatte salve la coltivazione per uso personale di cannabis fino al numero massimo di cinque piante di sesso femminile, nonché la cessione a terzi di piccoli quantitativi dei suoi derivati destinati al consumo immediato.

Art. 63-quinquies. – (Licenza di coltivazione della cannabis).

  1. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha facoltà di eseguire direttamente tutte le fasi di

lavorazione della cannabis conferita, nonché di concedere all’interno del territorio nazionale licenza

di coltivazione della cannabis per l’approvvigionamento dei siti di lavorazione indicati dalla stessa

Agenzia. A tale fine il Ministro dell’economia e delle finanze, con decreto da emanare entro due

mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, disciplina le modalità di concessione

delle licenze di coltivazione della cannabis, le modalità di acquisizione delle relative sementi e le

procedure di conferimento della lavorazione dei suoi derivati, determinando annualmente la specie

della qualità coltivabile e le relative quantità, nonché stabilendo il prezzo di conferimento, il livello

delle accise, il livello dell’aggio per la vendita al dettaglio, nonché il prezzo di vendita al pubblico.

Art. 63-sexies. – (Licenza di vendita al dettaglio della cannabis e dei suoi derivati).

  1. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha facoltà di concedere all’interno del territorio nazionale

licenza di vendita al dettaglio della cannabis e dei suoi derivati. Il Ministro dell’economia e delle

finanze, con proprio decreto, disciplina l’attribuzione delle licenze di vendita al dettaglio, con

particolare riferimento alla determinazione della loro distribuzione territoriale.

 Art. 63-septies. – (Tutela del monopolio).

  1. Sono vietate la semina, la coltivazione, la vendita di cannabis e la detenzione a qualunque titolo

dei suoi derivati, ad eccezione di piccoli quantitativi destinati al consumo immediato, effettuate in

violazione del monopolio previsto dal presente titolo. La violazione del monopolio è punita ai sensi

di quanto previsto dalla presente legge in caso di contrabbando.

 Art. 63-octies. – (Disciplina applicabile).

  1. Alle disposizioni del presente titolo si applica, per quanto compatibile, la disciplina del titolo III;

b), alla rubrica, le parole: <<e dei tabacchi>> sono sostituite dalle seguenti: <<, dei tabacchi e della

cannabis e suoi derivati>>.

 

Conclusione: un buon verde anno a tutti

In queste ora si stanno concludendo le votazioni, tra mille polemiche sulle tempistiche e gli emendamenti ostruttivi dell’ultimo secondo.

Speriamo in un buon verde anno per tutti

La libertà è uno spazio mentale di cui non ci siamo mai privati e non sarà questo il Governo che ci toglierà la forza di cooperare per una società florida di diritti.

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