L’onda verde si sa, soprattutto negli Stati Uniti, non stenta a rallentare, soprattutto dopo la conferma degli introiti economici che è evidente si possano spostare da un mercato illegale ad un mercato legale, riuscendo in questo modo ad investire anche nell’informazione e nella riduzione dei danni. Ma come avevamo lasciato lo Stato delle stelle e delle strisce nel 2022?
L’anno della cannabis negli Stati Uniti è stato caratterizzato in particolare da due eventi: i Referendum che si sono tenuti durante le mid term elections e la grazia concessa dal Presidente Biden ai carcerati che hanno violato le leggi relative alla cannabis. Quest’ultimo passo può essere considerato un avvicinamento alla legalizzazione della cannabis a livello federale? Ricordiamo infatti che proprio Kamala Harris, la vice-presidente americana, è una delle proponenti del More Act, ma per il momento, almeno a livello federale le discussioni sono al rallentatore.
Intanto ogni Stato sta procedendo autonomamente alla legalizzazione, questo causa ovviamente la presenza di fenomeni diversi sui territori e differenti problemi o vantaggi da affrontare. Abbiamo parlato ad esempio delle iniziali difficoltà di New York subito dopo la legalizzazione, dove alcuni dispensari aprivano senza licenza vendendo, di fatto in nero. Non abbiamo dimenticato di segnalare invece alcuni straordinari risultati economici, che hanno permesso ad alcuni stati di reinvestire i profitti nella prevenzione. Nelle ultime settimane apprendiamo che il costo della cannabis in New Jersey è troppo elevato, in particolare per chi si cura con la terapeutica, obbligando alcuni clienti a continuare a rifornirsi al mercato nero. Mentre martedì il Connecticut ha aperto al primo giorno di vendite di cannabis legale, registrando in una sola giornata un guadagno di 250 mila dollari: sono sette i dispensari di cannabis medica che hanno ottenuto la licenza anche per la vendita di cannabis per uso adulto. In Minnesota invece proprio questo mercoledì i legislatori hanno approvato un disegno di legge all’interno di una commissione della Camera, sponsorizzato dal senatore Zack Stephenson convinto che la legalizzazione della cannabis avverrà presto. In Kentucky invece si sta lavorando per regolamentare la cannabis medica, dopo che l’anno scorso il Senato aveva rifiutato di accettare un disegno di legge proprio su questo. Nel Texas repubblicano invece, a dispetto delle apparenze, il tema della cannabis sta avanzando con forza: durante le mid term elections abbiamo visto come le comunità del Texas che hanno votato alcuni referendum in merito abbiano risposto positivamente, mentre a maggio ci sarà un nuovo referendum per la legalizzazione a San Antonio dove gli attivisti hanno raccolto circa 37 mila firme per attivare la democrazia.