“Se cercate una responsabilità in questa drammatica vicenda, puntate l’indice contro la politica proibizionista sulle droghe che continua a mietere vittime, riempire le carceri di piccoli spacciatori e distruggere vite e famiglie. L’unica cosa sensata che politici maturi dovrebbero dire adesso: legalizziamo la marijuana, sottraiamo business e potere alla criminalità, salviamo i nostri ragazzi da situazioni di degrado e pericolo”.
Lo scrive su Facebook Francesco Nicodemo, esperto di comunicazione, molto attento alle dinamiche sociali che si muovono nel sottobosco del tessuto italiano e già collaboratore di BeLeaf.
Facciamo nostre queste sue parole. Quel che è successo a Roma qualche giorno fa è una tragedia che si sarebbe potuta evitare. Ed è la testimonianza di quanto in Italia sia urgente una riflessione seria (e laica) sulla regolamentazione della cannabis e delle droghe leggere. A quanto pare, infatti, la morte di Luca Sacchi è in qualche modo legata ad uno scambio di “droga” finito male.
Il grosso problema, però, è continuare a considerare “droga” la cannabis e i suoi derivati, lasciando il mercato in mano a grandi o piccoli criminali senza scrupoli e senza coscienza, che girano armati per la nostre città. Uno scandalo a cui bisogna mettere fine subito. La “droga”, infatti, è un’altra cosa. Non lo diciamo noi, ma l’Organizzazione mondiale della sanità, che ha chiesto all’Onu la depenalizzazione urgente della cannabis.
Dove la legalizzazione è diventata realtà (vedi Canada, Uruguay, molti Stati americani), il mercato nero è calato in media del 75%, il problema del sovraffollamento delle carceri è stato risolto, il consumo non è aumentato (in molti casi è addirittura diminuito), il settore è stato regolamentato e ha creato numerose occasioni di sviluppo e di occupazione. E, soprattutto, chi consuma sa cosa consuma, evitando di accaparrarsi qualche grammo di “erba” o di “fumo” per strada, non sapendo neppure con quali e quante schifezze sia stato tagliato.
Le formule sono diverse: liberalizzazione dell’uso e del consumo privato, il modello dei social club catalani, l’autocoltivazione. L’importante è che si abbattano subito gli stupidi e ciechi pregiudizi che non hanno fatto altro che far crescere mostri nelle nostre città. D’altronde, in una recente intervista concessa a Roberto Saviano, è stato l’ex boss del Brenta Felice Maniero a dire, candidamente, la verità: “Se la politica legalizzasse le droghe leggere, la maggior parte della organizzazioni criminali scomparirebbe dall’oggi al domani”. Cosa state aspettando? E’ ora di muoversi. E’ il tempo del coraggio e del buon senso.