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La Germania ridimensiona i piani per la legalizzazione

La Germania ridimensiona i piani per la legalizzazione dopo le sensazioni positive di questi mesi, che hanno coinvolto anche l’Unione Europea nella revisione della prima bozza di legge di cui avevamo parlato alla fine del 2022 quando, tra le cose, una delegazione di funzionari tedeschi del Ministero della Salute รจ andato in California per dialogare con le autoritร  e le imprese locali per comprendere meglio lo schema della loro legalizzazione.

Oggi Forbes pone un dubbio sulle speranze di legalizzazione, almeno nel breve termine: pare infatti che sia necessaria una revisione piรน importante rispetto a quella che si prospettava anche una parte di societร  civile. Infatti Steffen Geyer, direttore dell’Hanf Museum, museo berlinese dedicato alla Cannabis, ma anche storico attivista antiproibizionista, prospettava l’inizio del mese di Maggio come momento in cui la Germania avrebbe finalmente legalizzato. Probabilmente non sarร  cosรฌ.

Il Ministro della Salute Lauterbach ha annunciato la scorsa settimana che introdurrร  delle modifiche alla proposta, per adeguarsi maggiormente alla normativa dell’Unione Europea: infatti, come sottolineavamo negli articoli precedenti, un piano di vendite non sarebbe conforme alle normative dell’Unione Europea. Secondo la prima bozza di proposta infatti i maggiorenni (over 18) avrebbero potuto detenere dai 20 ai 30 grammi di prodotto, acquistabili nei negozi autorizzati alla vendita e nelle farmacie, con l’aggiuntiva possibilitร  di poter coltivare 3 piante di cannabis per uso personale. Secondo le notizie che arrivano perรฒ dai giornali locali tedeschi si starebbe pensando di implementare programmi regionali, sulla scia di ciรฒ che stanno facendo in Svizzera e Lussemburgo: una sperimentazione che permetterebbe la valutazione della politica anche all’interno di luoghi differenti dalle cittร  e meno ‘controllabili’ da diversi punti di vista.

Le modifiche della proposta di legge dovranno quindi tenere in considerazione il diritto europeo, per questo la valutazione delle esperienze che arrivano dalla Svizzera, dal Lussemburgo e da Malta sono essenziali per non incorrere in blocchi legislativi. Il modello invece dei social club, prendendo spunto dalla Spagna, non creerebbe particolari problemi, anche se sappiamo non essere uno schema che rientra perfettamente nella legalitร  e per cui ci sono vuoti legislazione a partire dalla normativa nazionale spagnola.

Un altro punto da valutare a livello giuridico sono le Convenzioni Internazionali, che sono uno dei motivi addotti da Giuliano Amato quando ha respinto il Referendum Cannabis. Forbes riporta perรฒ il pensiero di Jason Adelstone, avvocato di uno studio legale specializzato in cannabis e sostanze psichedeliche, che sottolinea come i trattati siano stati interpretati in modo individuale da alcuni paesi che hanno legalizzato la cannabis, come Uruguay e Canada: questi paesi hanno posto in primo piano il diritto alla salute, permettendosi quindi di non avere problemi con i trattati internazionali.

La Germania, secondo Adelstone potrebbe andare incontro a sanzioni economiche nel caso uscisse dai regolamenti dell’Unione Europea: il problema non รจ tanto il trattato di Shengen, quanto la decisione quadro 757/2004/GAI che chiede di sanzionare qualsiasi azione deliberata di relativa al traffico di droga. Mentre a livello internazionale il problema รจ la Convezione Internazionale del 1961 decisa, al tempo, dalle Nazioni Unite. Sappiamo perรฒ che la modifica dei trattati a livello sovranazionale รจ complessa, perchรจ si dovrebbero mettere d’accordo tra loro gli Stati, la cui maggioranza al momento รจ proibizionista nei confronti dell’uso ricreativo della cannabis e la sua regolamentazione. Si potrebbe pensare di attivare l’articolo 41 della Convenzione di Vienna del 1969, che consente a due paesi che hanno firmato la Convenzione Unica di accordarsi separatamente tra loro, mantenendo perรฒ l’intento originale del trattato. L’altra opzione sarebbe il ritiro della Germania dalla Convenzione Unica, ma se 1/3 degli altri Stati votasse contro questa sarebbe una via inefficiente.

 

 

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