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HomeCannabisAltro che Salvini, quando cominciamo a fare sul serio sulla legalizzazione?

Altro che Salvini, quando cominciamo a fare sul serio sulla legalizzazione?

Archiviate le parole senza senso di Salvini e derubricate ad ennesimo atto di distrazione di massa, possiamo tornare a parlare seriamente di legalizzazione e autoproduzione?

La reazione dell’opinione pubblica, dei canapicoltori, dei commercianti e dei consumatori ha mostrato un mondo che non vuole più cedere il passo ai pregiudizi ma che, in maniera consapevole, lotta per i propri diritti. Anche se sono solo parole, quelle di Salvini hanno fatto tanto rumore, ma hanno evidenziato anche che la percezione degli italiani su questo tema è fortemente cambiata rispetto al passato. E’ ora di pretendere regole chiare e di farle rispettare.

Da anni alcuni partiti e politici ci stanno lavorando seriamente e in Parlamento, la cannabis non è più un argomento tabù. Ma c’è ancora troppa ignoranza, che va combattuta. Se Salvini ha chiesto al senatore dei 5 Stelle di ritirare il ddl sull’auto produzione (richiesta rigettata al mittente) una politica seria dovrebbe rispondere chiedendo di incardinare le proposte di legge depositate in Parlamento. Sono ben 9: 3 del Pd, 3 del M5s, una di Leu, una del Misto e una di iniziativa popolare sottoscritta da 67 mila cittadini. Se le proposte del Movimento 5 Stelle sono quelle più conosciute e pubblicizzate (Mantero e Ciampolillo) anche quelle del Pd vanno in una direzione di apertura alla legalizzazione, lasciando immaginare, o meglio sperare, in ipotesi di maggioranza alternativa dai risvolti potenzialmente inaspettati. E qualcuno ipotizza anche che tra i deputati leghisti la posizione granitica di Salvini non sia ben vista proprio da tutti. Si teme, per caso, che i numeri nascondano sorprese?

In un primo momento il segretario del Pd Nicola Zingaretti sembrava aver chiuso totalmente alla legalizzazione – gettando nello sconforto molti elettori del Pd – ma dichiarazioni successive hanno chiarito il suo punto di vista, riconoscendo il ruolo di argine alla criminalità organizzata e sperando in una discussione seria e ragionata nelle sedi opportune, cioè il Parlamento (e non certo le piazze dei comizi). In fondo tutte le proposte del Pd vanno nella direzione di una legalizzazione (più o meno spinta). La prima è quella della senatrice Enza Bruno Bossio che contiene, tra le altre cose, la depenalizzazione della “cessione gratuita a una persona maggiorenne e le cessioni di piccole quantità di cannabis finalizzate al consumo personale tra soggetti minori”. Poi c’è quella di Nadia Ginetti che chiede di legalizzare il consumo personale e in privato di cannabis e derivati per gli adulti, consentire la coltivazione individuale di cannabis fino a cinque piante e rendere lecito detenere corrispondenti quantitativi di cannabis (fino a 5 grammi). Ma anche la proposta più ‘libertina’ di Tommaso Cerno che che abolisce ogni tipo di sanzione penale e amministrativa per l’uso e per il possesso personale delle piante e sostanze oggi illecite da praticare in luoghi deputati o in private abitazioni.

Cominciamo a fare sul serio?

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